mercoledì 12 dicembre 2012

Ancora cemento sulle coste della Sardegna

Ancora cemento sulle coste della Sardegna. Mezzo milione di metri cubi non solo per ampliare alcuni alberghi di Costa Smeralda e Porto Cervo, ma addirittura per costruirne di nuovi, distruggendo persino l’area di Razza di Juncu miracolosamente scampata alle precedenti aggressioni della speculazione immobiliare. L’aggressione decisiva alle coste sarde arriva dopo l’ultimo viaggio del presidente Cappellacci nel Qatar, organizzato dall’emiro già proprietario della Costa Smeralda per acquistare importanti pezzi di costa sarda da cementificare.

Pan di Zucchero - Nebida
Le Associazioni Italia Nostra, WWF, LIPU e FAI della Sardegna hanno inviato una nota al Presidente della Giunta Regionale Sarda e al Ministero dei BB.CC. che manifesta totale disaccordo sull’ennesima operazione speculativa volta a vanificare il PPR e i valori da esso tutelati. E ricorda come Regione e enti locali siano chiamati al rispetto dell’articolo 9 della Costituzione.

Cinquant’anni di politiche economiche e territoriali disastrose, improntate sul consumo del territorio e sulla distruzione dell’economia sarda, non sono servite da lezione, nonostante si sia raggiunto in Sardegna il triste primato europeo del 14,6 % di disoccupati e del 45% di disoccupazione giovanile. Si è deciso di proseguire nell’assurda scelta di consumare le vere ricchezze della Sardegna, il suo territorio e la sua storia, per favorire la solita speculazione immobiliare.

Residenze "turistiche" a Nebida
Questa volta ci viene assicurato che non sarà più come prima, si parla di parchi, di turismo sostenibile, di valorizzazione dell’agroalimentare e di conservazione dei valori identitari: "Il nuovo sistema turistico inizia dai parchi, da quelli che diventeranno i Costa Smeralda Parks e che saranno una sintesi emozionale tra paesaggio, cultura e identità: un luogo in cui sviluppare relazioni armoniche tra l’ecosistema, le aree di insediamento umano, la rete biologica e gli spazi ricreativi" garantisce il presidente Cappellacci. Ci chiediamo perché per fare un parco sia necessario invadere il territorio con altri 450mila mc di cemento. Perché l’attuale proprietario della Costa Smeralda non incomincia da subito a tutelare i valori identitari e a rilanciare l’agroalimentare partendo dall’enorme patrimonio già in suo possesso? 
 
L’offerta fatta all’emiro è solo l’ultima delle distruzioni perpetrate da questa Amministrazione al territorio della Sardegna. Conclude l’aggressione al Piano paesaggistico regionale, già fortemente indebolito dalle precedenti norme sull’edilizia approvate in questi anni dal Consiglio regionale. Il “Piano casa” con le numerose proroghe, la legge sul golf con annessi hotel, club-house, villette e residenze per più di tre milioni di metri cubi, sino all’ultima norma sulle zone umide che di fatto cancella in un solo colpo la tutela prevista dal PPR e il pronunciamento del Consiglio di Stato, e per questo impugnata proprio in questi giorni dal Governo Italiano davanti alla Corte Costituzionale.

articoli su questo comunicato:
AGI: Ambientalisti, totale disaccordo sul piano Qatar
ANSA: Ambientalisti, no ad altro cemento in Costa Smeralda
La Nuova Sardegna: Ambientalisti contro il piano Qatar in Costa Smeralda
Sardegna oggi: Aggressione alle coste e al PPR
TTG Italia: Qatar Holdin in Costa Smeralda, gli ambientalisti insorgono
Cagliaripad: Gli ambientalisti all'attacco: "no al cemento degli sceicchi in Costa Smeralda"
Sardiniapost: Gli amientalisti: "No ad altro cemento"


sulla Costa Smeralda e sull'emiro del Qatar segnaliamo:
L'UNIONE SARDA - Economia: «Razza di Juncu non si tocca»
GRIG: Che cosa ci può essere dietro gli investimenti della Qatar Holding in Sardegna.
di Sandro Roggio da Sardegna Democratica
dal bolg di Antonio Mazzeo 

Nessun commento:

Posta un commento