Con la delibera adottata il 23 settembre 2025 la Giunta Regionale della Sardegna ha deciso di avviare un supplemento di istruttoria per la Valutazione di Impatto Ambientale ex post per la realizzazione dell'ampliamento dello stabilimento RWM che produce esplosivi e bombe tra Domusnovas e Iglesias.
Tra le motivazioni addotte si fa riferimento alla disponibilità di nuovi documenti presentati dalle associazioni ambientaliste e pacifiste nel corso del sit in svoltosi di fronte al palazzo regionale lo scorso 16 settembre che "configurano scenari inediti che meritano ulteriori approfondimenti tecnici".
Si legge infatti nella delibera, che la Giunta “rileva che la proposta di deliberazione pone questioni di particolare rilevanza e dal forte impatto economico, politico, sociale, oltreché́ tecnico e pratico, che richiedono un accurato esame da parte di tutti gli Assessori”.
Non si può che accogliere favorevolmente tale decisione, ricordando che i documenti presentati nel corso del sit in sono semplicemente una sintesi delle centinaia di pagine di osservazioni e di relazioni tecniche presentate nel corso di oltre tre anni di procedura di VIA ex post ai competenti uffici regionali.
L'auspicio è che le nuove indagini possano portare ad un revisione delle conclusioni cui è pervenuto il Servizio VIA Regionale e a un definitivo rigetto dell'autorizzazione ambientale di uno stabilimento costruito illegittimamente, cosí come riconosciuto dalle sentenze del Consiglio di Stato.
sull'argomento
Condividiamo il post di Sinistra Futura - Sardegna epicentro di una cultura di pace che possa unire i popoli del Mediterraneo
La Giunta Todde blocca il progetto Rwm per il raddoppio della fabbrica di armi.
Il raddoppio degli impianti Rwm di Domusnovas, dove si producono ordigni bellici, per il momento è bloccato: in una seduta conclusa nella tarda serata, la giunta regionale sarda guidata da Alessandra Todde ha deliberato un supplemento di istruttoria sulla Via (Valutazione d’impatto ambientale) per approfondire le osservazioni contenute nei documenti presentati dalle associazioni ambientaliste capeggiate da Italia Nostra lo scorso 16 settembre. A valutare le criticità segnalate saranno tutti gli assessorati, partendo dalla sentenza del Consiglio di Stato del novembre 2021 sul particolare valore paesaggistico e ambientale dell’area del Sulcis dove il gruppo tedesco Rheinmetall, che controlla Rwm Italia, vorrebbe cancellare boschi e aree di pregio per realizzare un nuovo campo prove e due reparti dove sperimentare l’efficacia degli ordigni. I tecnici dell’assessorato all’ambiente avevano deciso di dare parere positivo alla Via presentata ex post, a progetto avviato, dalla Rwm Italia. La delibera dell’esecutivo regionale sospende l’intervento, destinato a moltiplicare la produzione di bombe d’aereo, proiettili d’artiglieria e i famosi droni-killer della serie Hero su licenza dell’azienda israeliana Uvision che da anni il gruppo tedesco fabbrica in Sardegna e vende anche a paesi in guerra. Finora solo il governo Conte-2, era il 2019, impose lo stop alle forniture belliche autorizzate dal governo Renzi. A riaprire il mercato della guerra per Rwm è stato il governo Meloni nel 2023. “Invitiamo l’esecutivo regionale – scrivono gli ambientalisti – a utilizzare i suoi poteri discrezionali per garantire la tutela dei valori di natura ambientale, della salute, della sicurezza e della pace. Siamo convinti che in Sardegna sia possibile avviare un laboratorio di economia etica e sostenibile, sostituendo il modello militarizzato con uno basato su comunità, natura e innovazione”. Con Fratelli d’Italia che parla di “sabotaggi” e di “blitz notturni” la presidente Todde ha sostenuto che “la proposta di deliberazione pone questioni di particolare rilevanza e dal forte impatto economico, politico, sociale oltre che tecnico e pratico, che richiedono un accurato esame da parte di tutti gli assessori”. A dare il via libera al raddoppio dell’impianto fu nel novembre 2018 il governo regionale di centrosinistra guidato da Francesco Pigliaru; a rallentare l’operazione, imponendo la Via, pensò il Consiglio di Stato su ricorso degli ambientalisti.



Nessun commento:
Posta un commento