venerdì 27 settembre 2024

Le Domus de Janas sito UNESCO


Il 30 agosto a Sassari, nella Sala Angioy della Provincia di Sassari, si è tenuta l’assemblea degli Stakeholders, rappresentanti degli Enti - pubblici e privati - e delle Associazioni del Terzo Settore, che hanno sottoscritto il protocollo d’intesa per la presentazione della candidatura per il riconoscimento UNESCO come patrimonio dell’umanità, del sito seriale “Arte e Architettura nella Preistoria della Sardegna. Le domus de janas”.

Gli studi condotti lungo l’intero arco della lunga carriera universitaria da parte della prof.ssa Giuseppina Tanda, costituiscono la premessa scientifica del progetto, che approderà alla valutazione finale da parte dell’UNESCO nell’estate del 2025 in Bulgaria. L’accademica, oltre ad essere l’ideatrice della proposta, in qualità di Presidente del Centro Studi Identità e Memoria (CeSim) ne è anche la guida nel lungo e non facile percorso iniziato nel lontano 2018, che ha portato alla redazione di un voluminoso dossier, trasmesso tramite l’ambasciatore italiano UNESCO a Parigi e valutato positivamente dagli organismi consultivi internazionali.

I beni candidati costituiscono l’emblema di una cultura materiale, unica per le sue peculiarità, della Preistoria della Sardegna sviluppatasi nel corso di tre millennidal V al III a. C. I 26 monumenti inclusi nel sito seriale sono rappresentativi dell'ipogeismo e del megalitismo isolano e le domus de janas, in particolare costituiscono la più alta espressione culturale di quella lontana società neolitica, che traeva ricchezza da un’economia produttiva basata sull’agricoltura e l’allevamento.

 

Il ruolo delle Comunità

Uno degli aspetti più significativi e complessi del progetto è stato il coinvolgimento delle Comunità dei territori in cui ricadono i beni monumentali costituenti il sito seriale e il non facile coordinamento dei numerosi soggetti pubblici e privati che hanno a vario titolo contribuito alla felice riuscita dell’iniziativa.

A testimoniare tale complessità di aggregazione era la presenza nella sala Angioy delle numerose istituzioni pubbliche (Ministero della Cultura, Regione, Provincie, Comuni, Segretariato Regionale del MIC e Soprintendenze, Direzione regionale Musei Sardegna, Università e Camere di Commercio di Cagliari e Sassari), e di figure professionali di altissimo livello che hanno fornito un rilevante contributo scientifico. Il CeSim ha anche convocato i rappresentanti delle Associazioni del Terzo Settore che hanno dato il patrocinio e che collaborano per la promozione del progetto, tra le quali Italia Nostra Sardegna.

I lavori sono stati introdotti dalla prof.ssa Tanda, che ha illustrato i contenuti scientifici del progetto e riassunto l’articolato percorso tecnico-amministrativo necessario per accedere alla candidatura. Si è poi passati alla esposizione del complesso Piano di Gestione, redatto dallo Studio Fitzcarraldo, che assicurerà nel tempo la conoscenza, la valorizzazione e la tutela dei beni culturali in questione, garantendone un’ampia fruizione. Come hanno ben illustrato Gian Paolo Cossu del CeSim e i progettisti del piano, si tratta di uno strumento tecnico di estrema complessità che tenendo conto della distribuzione dei siti su di un’area a scala regionale, intende evidenziarne la specificità territoriale e nello stesso tempo comporre un quadro culturale omogeneo. Il Piano affronta con rigore scientifico le tematiche della tutela, conservazione e valorizzazione formulando indirizzi e proponendo soluzioni, nell’ottica di coniugare una sostenibilità fruitiva con il ruolo di attrattori economici per i territori che li custodiscono.

 


Contributi di Comuni, Regione, Soprintendenze e ICOMOS

L’assessora alla cultura Raffaella Sanna del Comune di Alghero, Ente capofila e coordinatore dei 24 Comuni partecipanti al progetto, ha aperto gli interventi illustrando il contributo degli Enti locali nella redazione del dossier di presentazione, gli effetti positivi delle sinergie istituzionali, il ruolo che le Comunità andranno a svolgere nella gestione del progetto.

Gli assessori regionali alla Cultura (Ilaria Portas) ed al Turismo (Franco Cuccureddu), intervenuti in rappresentanza della Presidente Alessandra Todde, hanno evidenziato il ruolo di primo piano che la Regione ha svolto e intende continuare a svolgere in termini di sostegno economico e supporto tecnico. In particolare Ilaria Portas ha espresso l’intendimento della Regione di voler inserire l’intero sito seriale in un percorso formativo scolastico nei vari gradi di istruzione, affinché presso le giovani generazione si incrementi il livello di conoscenza della storia sarda soprattutto per gli aspetti della cultura materiale. L’assessore Franco Cuccureddu ha sottolineato l’impegno regionale a costruire e divulgare proposte di percorsi conoscitivi innovativi al fine di indirizzare i flussi turistici verso le aree interne.

Di rilevante interesse, dopo il saluto del Segretario regionale Elena Boldetti, la sintesi offerta da Patrizia Tommasetti (Segretariato regionale del MIC) sugli interventi di conservazione, scavo e restauro programmati e in corso sui siti archeologici inseriti nella tentative list  Unesco grazie al piano strategico “Grandi Progetti Beni Culturali”, finanziato con specifici contributi ministeriali.  

All’unisono si sono poi espresse Monica Stocchino e Isabella Fera dirigenti delle Soprintendenze di Cagliari e Sassari sul convinto sostegno ed impegno degli uffici per la candidatura come pure il prorettore dell’Università di Cagliari Fabrizio Pilo e la docente Donatella Fiorino, quest’ultima responsabile della redazione delle schede sintetiche sullo stato di conservazione dei beni e delle Linee guida per i restauri.     

L’intervento del valutatore ICOMOS, Jose Simon Gornes Hacero, ha costituito uno dei momenti centrali dell’assemblea. L’alto funzionario ha esposto le motivazioni che assicurano alla candidatura un’elevata possibilità di successo, esprimendo apprezzamento per il lavoro svolto, per la complessità e ampiezza territoriale del progetto, per il suo alto valore scientifico. 

Gli stakeholders

Ha poi, secondo la prassi UNESCO, richiesto agli Stakeholders presenti di esprimersi in merito ad una serie di domande che sono state formulate, al fine di accertarne i vari campi di competenza e ricevere esplicita conferma dell’impegno a sostegno all’iniziativa. Sono quindi intervenuti i portatori di interessi i quali hanno sinteticamente illustrato gli ambiti di intervento in cui avrebbero trovato collocazione le loro future attività.

In particolare il presidente di Italia Nostra Sardegna, Mauro Gargiulo, ha confermato il consolidato impegno dell’Associazione nel campo della promozione e diffusione di conoscenza in sede regionale e nazionale del patrimonio culturale sardo, ha ribadito sia la volontà dei soci a progettare iniziative in tal senso, sia la disponibilità ad essere parte attiva nelle Azioni previste dal Piano di gestione. Ha sottolineato la peculiarità del valore identitario che i Beni culturali candidati conferiscono al paesaggio sardo, la cui fragilità appare messa a dura prova dall’assenza totale di una governance nel campo delle energie rinnovabili. Ha infine auspicato che la presenza del vasto patrimonio monumentale, compreso in un arco di tempo plurimillenario dal neolitico al medioevo e in così intima fusione con l’unicità del contesto naturalistico, possa nel futuro essere ritenuto meritevole del riconoscimento UNESCO ed essere accolto nella sua interezza sotto l’egida della sua protezione.  

 


Conclusioni

Ha chiuso i lavori il rappresentante d‘Italia presso UNESCO l’Ambasciatore Liborio Stellino, il quale ha evidenziato la peculiarità del progetto sardo rispetto ad altre pur meritevoli candidature. Infatti la quasi totalità delle proposte avanzate si concentra in genere sulla valenza di un singolo attrattore di rilievo, che funge da catalizzatore unico della richiesta di riconoscimento, mentre nel caso del progetto seriale “Arte e Architettura nella Preistoria della Sardegna. Le domus de janas”, sono ben 26 i monumenti coinvolti e distribuiti sull’intero territorio regionale. L’unicità del progetto sardo dunque si sostanzia nel rapporto di intima connessione tra monumenti, contesti e Comunità, cogliendo la complessità sistemica dell’area vasta. Questa peculiarità progettuale suscita favorevoli auspici ai fini del riconoscimento UNESCO.

Si tratterebbe di un’occasione storica per la Sardegna, che per ora ha un numero esiguo di siti UNESCO rispetto al suo sterminato patrimonio culturale. L’inserimento nella lista dei beni ritenuti patrimonio dell’umanità, oltre ad avere una risonanza internazionale, sancirebbe la presa d’atto della centralità del ruolo svolto dalla Sardegna, attraverso i millenni, nel bacino del mediterraneo, riconoscendo alle sue testimonianze preistoriche quella funzione di originale rielaborazione e trasmissione delle manifestazioni culturali che dall’Oriente rifluivano verso il continente europeo.

 

 sull'argomento

Cagliari Magazine - Le Domus de Janas candidate a sito UNESCO

AGI - La candidatura delle "Domus de Janas"sarde a patrimonio UNESCO

TGr - Le Domus de Janas candidate ufficialmente a diventare patrimonio UNESC

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