Appare saggio e corretto che la decisione di rilasciare concessioni demaniali di enormi porzioni di superficie marina, per 30 o 40 anni, debba essere successiva alla valutazione di impatto ambientale e non possa essere rilasciata senza garanzie sulla sicurezza degli impianti e assoluta certezza dell’assenza di impatti negativi sull’ambiente marino e sulle attività esistenti: pesca, turismo, trasporti etc…
Apprezziamo l’importante lavoro svolto dalla Capitaneria di Porto di Cagliari che, in linea con le direttive ministeriali, appare orientato a procedere al rilascio delle concessioni solo in caso si esito positivo dell’iter autorizzativo in capo al Ministero della Transizione Ecologica.
Italia Nostra Sardegna ha partecipato online alle tre Conferenze di Servizi tenutesi nei giorni 23, 24 e 25 agosto (la CdS per Nora Ventu 2 è convocata per il prossimo 29 agosto) illustrando le osservazioni presentate e le motivazioni che hanno portato l’Associazione ad esprimere formale opposizione al rilascio delle concessioni demaniali marittime.
Le Conferenze svolte sono relative ai parchi off-shore proposti dalla società Sea Wind denominati “Del Toro 1” (ubicato a soli 10 km dalla costa dell’isola di Sant’Antioco) e “Del Toro 2”, e quelli della Nora Ventu: “Nora Ventu 1” e “Nora Ventu 2”. L’insieme dei quattro parchi è composto da complessivi 141 aerogeneratori, alti intorno ai 270 mt, per una potenza complessiva di circa 2.000 MW.
Anche la posizione dei sindaci dei comuni costieri maggiormente interessati è stata chiara e decisa nel rivendicare maggiori certezze sugli impatti ambientali degli impianti e nel chiedere una Valutazione di Impatto Ambientale Cumulativa degli impianti.
· Esiste una vera e propria corsa ad accaparrarsi immense aree marine per l’installazione di questi impianti, ad oggi sono state presentate ben 15 richieste per l’installazione di 809 pale attorno alla Sardegna, per una potenza complessiva superiore a 12mila MW. Se tutti questi impianti venissero autorizzati, anche tenendo conto degli impianti eolici e fotovoltaici a terra già realizzati, nonché quelli ulteriormente proposti, si arriverebbe ad un potenziale picco massimo di oltre 20 mila MW. Ciò significa che l’insieme degli impianti sarebbe in grado di produrre una quantità di energia tecnicamente non utilizzabile e neppure esportabile;
· Rispetto a questo assedio risulta del tutto assente una programmazione/pianificazione sull’utilizzo del mare e uno studio adeguato sulla sostenibilità̀ ambientale, sociale ed economica degli impianti eolici off-shore che ne garantiscano la possibilità di coesistenza con altre attività, come la pesca, l'acquacoltura, il trasporto marittimo, la navigazione, il turismo etc… , come impone la stessa Strategia Europea del 2020 sulle potenzialità dello sfruttamento dell’energia eolica off-shore;
· Ê attualmente in via di definizione la Valutazione Ambientale Strategica del Piano di Gestione dello Spazio Marittimo Italiano che, tra le altre cose, dovrebbe risolvere i conflitti d’uso per lo spazio marittimo e, ove possibile, creare sinergie compatibili tra differenti settori. Se le concessioni venissero rilasciate prima che la VAS sia ultimata, ne condizionerebbero e vanificherebbero il risultato;
· Manca del tutto un serio studio sull’impatto paesaggistico delle pale, alte due volte e mezzo l’isola del Toro. Le ulteriori, numerose lacune emergenti nella documentazione prodotta dalle società, suggeriscono l’applicazione del principio di precauzione, principio universale che impone di non procedere nell’autorizzazione per evitare danni superiori ai benefici che tali impianti potrebbero produrre;
· Il progetto prevede la rimozione di ampie superfici di prateria di posidonia, che dovrebbe essere reimpiantata in un secondo momento. Purtroppo la stessa ISPRA solleva seri dubbi sulla bontà delle operazioni di espianto e di reinpianto delle praterie di posidonia rimossa;
· Gli impianti proposti dalla Sea Wind e non solo, ricordiamo che i parchi proposti sono 15 in totale, sono progettati per utilizzare un pericolosissimo gas climalterante, l’esafloruro di Zolfo (SF6), che potrebbe disperdersi in atmosfera. La Commissione UE prevede la messa al bando di tale gas, già nei prossimi anni. Inoltre, lo stesso piano di dismissione è carente e ipotizza, tra l’altro, di abbandonare, affondandole, le piattaforme di calcestruzzo direttamente sul sito.
L’auspicio è che anche gli altri impianti che interessano le coste italiane siano assoggettati a VIA prima del rilascio delle concessioni demaniali marittime, che preliminarmente alle autorizzazioni siano emanate le linee guida e individuate le aree idonee previste dall’art. 23 del D.lvo 199/2021 e che le valutazioni di impatto ambientale di competenza del MiTE siano cumulative perlomeno per gruppi di impianti previsti nelle stesse macro aree marine.
Ubicazione impianti eolici offshore sud Sardegna - elaborazione Comitato Porto Solky |
Le Osservazioni presentate
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