giovedì 3 dicembre 2020

Ancora una legge anticostituzionale contro agro e fascia costiera


 “Follia è riproporre all’infinito lo stesso esperimento attendendo risultati diversi”. 

Così disse Albert Einstein, il quale conosceva bene la frustrazione che si prova a cercare di comprendere, attraverso i vecchi paradigmi, un mondo nuovo che si svela. 

Tuttavia, nel caso della Giunta Regionale sarda, scomodare il padre della relatività̀ suona - oltre che offensivo per lo stesso Einstein - alquanto improprio; l’ennesimo tentativo di scardinare le norme di tutela paesaggistica da parte di Solinas e Co sa piuttosto di lucida, consapevole e volgare ostinazione. 

Lucida e consapevole dal momento che la Giunta sa benissimo quali e quante siano le violazioni contenute in questo nuovo Piano Casa, le quali contribuiranno a spingerlo al naufragio sugli scogli della Corte Costituzionale; il che non le impedisce di perseverare confidando nell’apertura delle maglie fra l’approvazione del provvedimento e la sicura impugnazione che precede il rigetto. 

dalla Nuova Sardegna

Volgare perché il provvedimento giunge alla discussione in Commissione Urbanistica accompagnato da una spudorata giustificazione; quella del rilancio dell’economia sarda fiaccata dal Covid. 

Volendo scendere nei dettagli, il nuovo Piano Casa appare, nella sua impostazione, simile a quello dei predecessori: un coacervo di piccole norme ammantate di buoni propositi - pomposamente definite ”di armonizzazione” - a rettifica di quelle esistenti, ma che in realtà̀ celano maldestramente un paio di articoli-grimaldello in grado di scardinare l’impianto normativo vigente di tutela delle coste e dell’agro. 

In particolare l’articolo 1 rilancia l’edificazione del suolo agricolo nelle zone costiere e attorno alle città mentre l’articolo 2 e l’articolo 3 spalancano le porte agli incrementi volumetrici per le strutture residenziali e ricettive all’interno della fascia di tutela dei 300 metri dalla battigia, in violazione delle norme di salvaguardia nazionali (si pensi alla 431 del 1985, conosciuta come Legge Galasso) e a quelle Paesaggistiche Regionali (PPR in primis ) che ad esse si allineano. 

Non possiamo fare a meno di segnalare che questo sciagurato provvedimento, in attuazione di un altrettanto sciagurata disposizione nazionale - il famigerato Piano Casa berlusconiano - si sovrappone a quelli precedenti, desolatamente bi-partisan, sovrastandoli in quanto a spregiudicatezza e portata dei contenuti. 

Inoltre, a testimonianza del fatto che le disgrazie non vengono mai da sole, la proposta é accompagnata dalla solita propaganda sul rilancio dell’economia ma precede di poche ore il disastro abbattutosi su alcuni comuni sardi - Bitti in primis - figlio, checché se ne dica, dello stato pietoso in cui versa la salvaguardia del nostro territorio. 

Il Presidente Solinas - il quale, probabilmente a sua insaputa, riveste la carica di Commissario straordinario delegato per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico - da una parte si straccia le vesti contro i ritardi della burocrazia che blocca l’utilizzo dei fondi per la messa in sicurezza del territorio, dall’altra piega la struttura regionale alla scrittura e all’approvazione di provvedimenti illegittimi e pericolosissimi proprio sul versante della lotta al dissesto idrogeologico che, come tutti sappiamo, colpisce inesorabilmente i territori maggiormente aggrediti dalla speculazione. 

                      Consulta Ambiente e Territorio della Sardegna*

Italia Nostra Sardegna aderisce alla Consulta Ambiente e Territorio, istituita tra diverse associazioni ambientaliste e numerosi tecnici ed esperti in materia urbanistica, paesaggistica e ambientale

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