Si è persa una grande occasione per fare una seria riforma della
Pubblica Amministrazione, la riforma approvata ieri non risolve nessun
problema, ma peggiorare la situazione in molti punti fondamentali, si tratta
dell'ennesima norma che contiene solo tagli e deleghe in bianco al governo.
Anziché creare una Polizia
ambientale considerati i tanti reati che quotidianamente si consumano
a dallo del territorio, si è depotenziato
il Corpo Forestale dello Stato prevedendo l’accorpamento non meglio
precisato del Corpo in un’altra forza.
Attività estrattiva |
L’altro grave colpo alle politiche di difesa del territorio è
dovuto alla creazione dell’ufficio territoriale dello Stato. Nel quale il
governo intende accorpare e concentrati ragionerie, direzioni provinciali dell''Agenzia delle entrate, archivi notarili, soprintendenze, uffici
scolastici, direzioni regionali e territoriali del lavoro saranno in una sede unica.
Un metodo questo che accompagnato dal silenzio assenso impedirà agli uffici del
Ministero dei Beni Culturali di svolgere la loro attività di vigilanza a tutela
del paesaggio e dei beni comuni.
DDL Madia: “Un grave colpo alla tutela dei beni culturali del nostro Paese”
«Italia Nostra
contesta nel modo più fermo il silenzio assenso nei procedimenti autorizzativi
presso le Soprintendenze, contenuto nell’art.3 del disegno di legge delega
Madia, approvato alla Camera e contro il quale il Consiglio nazionale del
Ministero dei Beni Culturali e i vertici politici del Ministero si sono
espressi autorevolmente con condivisione dello stesso ministro Franceschini».
Lo afferma il Presidente nazionale di Italia Nostra, Marco Parini che aggiunge:
«Una previsione, l’approvazione del DDL, che aveva già provocato una levata di
scudi di Italia Nostra insieme a tutte le Associazioni di tutela e dell’intero
mondo culturale».
Chiesetta di Sant'Elena a Lotzorai |
«Non si comprende
– continua Parini – come in un Governo che appare coeso, possa accadere che in
seno alla legge delega del Ministro Madia sulla semplificazione dei procedimenti
amministrativi e dell’organizzazione della “macchina dello Stato”, si proceda
approvando contenuti contestati dal Ministero competente. Si tratta dell’art.3
con il quale si introduce il silenzio assenso nei procedimenti autorizzativi
delle Soprintendenze, i cui uffici, dotati di poco personale con funzione
tecnico–scientifica, dovranno esaminare e provvedere alle migliaia di istanze
per autorizzazioni entro 90 giorni per i quali, in difetto, interverrà il
silenzio assenso. Una palese violazione dei principi volti alla tutela del
nostro patrimonio storico- artistico e paesaggistico sanciti dall’art.9 della
Costituzione e dall’obbligo della funzione di tutela contenuto nell’art.117
della stessa Costituzione. Una “tutela a tempo” per un patrimonio unico al mondo».
Torre Canai - Sant'Antioco |
«Ove il percorso
della legge delega, che peraltro contiene l’incredibile progetto di sciogliere
il Corpo Forestale dello Stato assimilandolo genericamente al corpo dell’Arma
dei Carabinieri, giunga ad approvazione, – conclude il Presidente di Italia
Nostra – chiediamo sin da ora che il Governo, in sintonia con il Ministero
competente, non faccia uso di questa delega superficialmente concessa dal
Parlamento, non introducendo il silenzio assenso in un decreto legislativo, ma
ottemperando alle ragionevoli richieste di celerità di esame delle domande di
autorizzazione pervenute alle Soprintendenze assumendo architetti, storici
dell’arte, archeologi, archivisti la cui presenza per pensionamenti e mancato
turn over è ormai ridotta ai minimi termini».
ITALIA
NOSTRA – ufficio stampa
Calasetta - Piazza Belly |
Sull'argomento
Repubblica.it - Game overAltraeconomia - DDL Madia, addio territorio italiano
Altraeconomia - La fine delle Soprintendenze. Fermate il DDL Madia
Sardegna Blogger - La triste, inutile, assurda cancellazione del Corpo Forestale dello Stato
IL GOVERNO CALA LE TASSE E AUMENTA LE BOLLETTE?
Mentre
l’Autorità per l’energia denuncia una spesa fuori controllo nel 2015 e 2016 per
eolico e rinnovabili speculative, prevalgono le pressioni dei lobbysti e il
MISE prepara un nuovo Decreto. Le associazioni ambientaliste: “Cosi non si
combatte la CO2 ma si aggravano gli oneri per famiglie e imprese in tempo di
crisi, con gravi danni a Paesaggio e Biodiversità”.
Roma, 21 luglio
2015 – Già dal 2015 e 2016 la spesa per gli incentivi alle rinnovabili
elettriche sarà fuori controllo. A causa del pesante extra costo dovuto al
ritiro dei Certificati Verdi (sistema incentivante già attivo da anni),
l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG) afferma che sta valutando “l’assunzione
di apposite misure finalizzate a rendere sostenibile tale rilevante incremento
degli oneri”.
L’impatto
complessivo annuo della sola conversione dei Certificati Verdi lieviterà quindi
a 5 miliardi, portando la componente A3 della bolletta a 14 miliardi nel 2016,
quindi con un extracosto di circa 2 miliardi di euro!
Nel 2014 furono
adottati Decreti “spalmaincentivi” per l’impossibilità di onorare
impegni non sostenibili assunti con incentivi sproporzionati. Ora,
contraddicendo se stesso, il governo prepara nuove lucrose incentivazioni
pluriennali per ulteriori impianti speculativi, di scarsa efficienza e
produttività, oltre che gravemente impattanti sul già martoriato territorio
italiano. Proprio le società eoliche ne beneficerebbero maggiormente, malgrado
le rinnovabili elettriche abbiano già superato gli obiettivi, persino quelli
“inventati” per giustificare nuovi sussidi. E il miserabile apporto energetico
dell’eolico non è stato certo determinante, malgrado piantagioni di migliaia e
migliaia di torri eoliche!
Rendering impiano San Quirico |
Tredici associazioni
ambientaliste – Altura, Amici della Terra, Comitato per la Bellezza, Comitato
Nazionale del Paesaggio, Ente Nazionale Protezione Animali, Italia Nostra,
LIPU, Mountain Wilderness, Movimento Azzurro, Pro Natura, Rete nazionale NO
geotermia speculativa e inquinante, Verdi Ambiente e Società, Wilderness Italia
– denunciano: “E’ una politica
schizofrenica, inspiegabile, se non con la volontà di accontentare talune lobby
rispetto a interessi collettivi, che invece ben si concilierebbero utilizzando
più moderati sostegni finanziari in altri comparti non elettrici. Ad esempio
efficienza energetica o rinnovabili termiche, dove gli interessi nazionali
sarebbero decisamente evidenti e diffusi e con superiori risultati di
decarbonizzazione”.
“Il Ministero Guidi riporti la supremazia della
politica sugli appetiti finanziari e ritiri questo provvedimento
sperpera-denari come già chiesto dagli ambientalisti e giustificato da
inoppugnabili valutazioni costi benefici”.
Nessun commento:
Posta un commento