Risposta All’assessore all’agricoltura Oscar Cherchi
Impianto di Serre Fotovoltaiche |
Nella conferenza stampa di giovedì 21 u.s. abbiamo informato i giornalisti presenti di alcuni fatti di cui siamo venuti a conoscenza relativi alla annosa vicenda delle serre fotovoltaiche a Narbolia e al “contorto” iter procedurale che ne ha permesso la realizzazione.
In questa vicenda l’assessore regionale all’agricoltura ha avuto un ruolo fondamentale soprattutto dopo aver firmato un decreto, lo scorso luglio, col quale dichiarava illegittima l’autorizzazione rilasciata dai comuni agli impianti di serre fotovoltaiche (confermando quanto sostenevamo da mesi) e “per ragioni di interesse pubblico”, non meglio precisate, riapriva i termini per la convalida: Una sanatoria utile soprattutto alla Enervitabio che solo due mesi prima era stata chiamata davanti al TAR della Sardegna a rispondere proprio di aver costruito l’impianto di Narbolia senza possedere una valida autorizzazione.
Nello stesso decreto l’assessore dichiara che sono “numerosi gli impianti di serre fotovoltaiche autorizzati dai SUAP o dai Comuni, i quali non avevano competenza in materia”. Concetto questo dichiarato dall’assessore anche alla stampa con la quale aveva parlato di “valanghe di richieste” poi dimostratesi solo due fiocchi di neve.
Nella conferenza stampa abbiamo ricordato questi fatti, tutti documentati, e abbiamo informato che il decreto è servito a convalidare solo due impianti che guarda caso appartengono alla stessa società, quella che ha costruito le serre a Narbolia e che nei prossimi mesi dovrà rispondere davanti al TAR (vedasi allegata comunicazione del Servizio Strutture dell’assessorato).
L’assessore all’agricoltura definisce questi fatti “polemiche senza fondamento”, e scarica in maniera maldestra sui funzionari dell’assessorato – colpevoli di avergli suggerito di emanare il decreto perché esisteva questa pressante esigenza, fatto che andrebbe comprovato con atti - responsabilità e scelte politiche di questa amministrazione regionale.
Concordiamo con l’assessore sul fatto che stiamo sollevando delle “accuse pesanti”, per le quali auspichiamo venga al più presto chiamato a rispondere nelle diverse sedi. In primo luogo davanti ai cittadini per la sua politica dissennata che sta portando l’agricoltura sarda al tracollo.
Per quanto riguarda la velata minaccia di “dover agire in altre sedi”, che tradotto pensiamo significhi voler coinvolgere il magistrato, non si preoccupi l’assessore, abbiamo già informato noi Procura di Oristano e Procura Generale.
Cogliamo l’occasione per invitare l’assessore al convegno che stiamo organizzando per sabato 2 marzo a Narbolia e che parlerà appunto di agricoltura e di salvaguardia di terreni agricoli... il suo "campo". Nei prossimi giorni diffonderemo un comunicato stampa e invieremo all’assessore un invito ufficiale.
27 febbraio 2012
Finte Serre Fotovoltaiche a Narbolia
L'Associazione
Italia Nostra Sardegna ha presentato un'istanza di accesso agli atti e
richiesto spiegazioni agli Enti preposti alle autorizzazioni in merito
all'installazione di un mega impianto fotovoltaico per la produzione di energia
elettrica nell'agro del Comune di Narbolia (Oristano).
L'Associazione infatti nutre forti
perplessità sull'utilità di un impianto di queste proporzioni (27 Megawatt
dichiarati, 1600 serre di 200 metri quadri ciascuna, centomila pannelli
fotovoltaici), sia come coerenza con le indicazioni del P.P.R. che la classifica come “area ad utilizzazione agro
forestale”, sia come
reale e concreto ricavo economico ed energetico su questi territori.
L’area interessata infatti risulta essere
una vasta zona agricola - oltre 70 Ha, di cui 31,55 di superficie coperta –
fertile e irrigua, che subirà una variazione di destinazione d’uso dalla
realizzazione dell’impianto di produzione di energia elettrica. L’economia del
territorio è essenzialmente basata sull’attività agricola e l’occupazione di
aree tanto estese priva l’agricoltura e la pastorizia di importanti spazi
produttivi. Le stesse coltivazioni previste all’interno delle cosiddette “serre
fotovoltaiche” sono estranee alla produzione locale e risulterebbero comunque
di scarsa produttività perché l’orientamento delle serre pare progettato per
garantire la massima ricezione solare e non per una efficiente produzione
agricola. Un impianto di tale portata, costituito da elementi strutturali molto
invasivi, (plinti in cemento armato, strutture d'acciaio di forte rilevanza,
piste, cavidotti, impianti ecc.) crea un’alterazione del microsistema
ecologico, una turbativa alla presenza di fauna e insetti impollinatori e un
impatto biologico di carattere terziario sulle persone. Fenomeni questi che
possono risultare amplificati dall’agrofotovoltaico, ovvero da questo ibrido di
agricoltura e di fotovoltaico industriale nel medesimo sito. Si tratta infatti
di un impianto che produce campi elettromagnetici che potrebbero interferire
con il processo di produzione agricola destinata all’alimentazione. Altro
elemento di rischio presente nell’impianto consiste nella potenziale
contaminazione dell’ambiente a causa del cadmio ed altre sostanze ed elementi
tossici presenti nei pannelli fotovoltaici.
A questi 'effetti collaterali',
evidentemente considerati irrilevanti in sede di autorizzazioni, si uniscono i
forti dubbi di ripristino dello stato naturale dei terreni alla fine del ciclo
produttivo (20 anni). Perplessità derivanti dall'assenza di un piano di
smantellamento e ripristino.
Un intervento così invasivo, come quello
in fase di avvio a Narbolia, è un grave abuso sul territorio in palese contrasto
con la normativa regionale a tutela dei valori paesaggistici in quanto
rappresenta uno stravolgimento senza precedenti di questi luoghi e dei valori
tutelati dalle vigenti normative. Il Piano Paesaggistico Regionale individua
infatti tra i valori di quest'ambito territoriale la “presenza di un
paesaggio agricolo che rappresenta elementi essenziali di riconoscibilità e di
leggibilità dell’identità territoriale”.
Il rischio imminente che questo impianto
di Narbolia venga facilmente reiterato in altri agri del territorio regionale,
come del resto sono già diversi gli esempi concretizzati solo in provincia di
Oristano, agevolati sia dagli ultimi
provvedimenti intrapresi dal governo Monti (Decreto Salva Italia, D.Lvo n.
1/2012, art. 65), sia dalla riduzione dell'esame di valutazione di impatto
ambientale alla semplice auto approvazione comunale, così come indicato dalla
Regione Sardegna.
L'Associazione intende intraprendere una
serie di iniziative finalizzate a far luce sull'opportunità, l'adeguatezza ed
il rispetto delle norme tecniche-paesaggistiche di un impianto di queste
dimensioni. Oltre a promuovere una campagna di sensibilizzazione volta al
rispetto e alla autentica tutela del paesaggio naturale della Sardegna.
Nessun commento:
Posta un commento