mercoledì 6 ottobre 2010

Il piano cemento della Giunta Cappellacci


In Consiglio Regionale va avanti un “Piano casa”peggiorativo delle norme di salvaguardia paesaggistica 

Chiediamo ad alta voce una modifica correttiva

La Sardegna è l’unica tra le Regioni ad avere inserito nel disegno di legge detto “Piano casa” norme relative – e peggiorative – al Piano Paesaggistico vigente.

Il rischio è palese e i sardi devono essere informati che attraverso un dispositivo di legge in teoria volto a rendere possibili e più semplici piccoli ampliamenti edilizi, si vuole far passare, grazie a ‘maglie larghe’ e deroghe, una vera e propria modifica di fatto delle norme in vigore di tutela del paesaggio.
La città lineare di Calasetta
Con la discussione in Consiglio  si sta purtroppo riconfermando lo stesso impianto del disegno di legge che premia con volumetria aggiuntiva anche gli interventi nelle zone di maggior pregio paesaggistico, persino nella fascia dei 300 metri e nei centri storici, nonché la concessione dell’abitabilità ai sottotetti e ai seminterrati  ( che subiscono danni ad ogni nubifragio).
Le associazioni Legambiente Sardegna, Italia Nostra e WWF, in attesa del richiesto confronto col Presidente Cappellacci, hanno subito avviato una serie di incontri con i gruppi in consiglio regionale per ribadire con forza la necessità di modificare il disegno di legge secondo le richieste già avanzate in commissione urbanistica, che riguardano la riaffermazione, senza deroghe, dei principi fondamentali del Piano Paesaggistico e la rigorosa salvaguardia della fascia dei 300 metri e dei centri storici, nonché la esclusione di eventuali “accordi di programma” che possano riaprire  le coste alle colate di cemento.
Poiché dagli incontri non sembra emergere alcuna volontà in tal senso, aumenta la preoccupazione e diventa necessaria una mobilitazione immediata:
 
 martedi 6  ottobre  alle ore 18 davanti

al Consiglio Regionale  di via Roma,

 Legambiente Sardegna, Italia Nostra e WWF

invitano tutte le associazioni e i cittadini a partecipare all’assemblea partecipativa per chiedere al Consiglio una svolta correttiva nel segno della salvaguardia.

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