venerdì 30 ottobre 2020

Il paesaggio non può essere devastato da pale eoliche, lo stabilisce il TAR della Sardegna.

Italia Nostra chiede un tavolo per stabilire le aree compatibili

 

L’appello di Italia Nostra 

Pale eoliche nelle colline di Sedini


La difesa del paesaggio italiano contro la sua corruzione non è fissazione da esteti e neanche sindrome di Nimby.  Una sentenza della seconda sezione del TAR della Sardegna (sentenza n. 573/2020) avversa alla E2i Srl (Edison Energie Speciali) sull’impianto eolico di Florinas, accanto alla Basilica di Saccargia, pone finalmente con forza la questione della compatibilità del territorio italiano con l’installazione selvaggia e pervasiva di impianti eolici.

La sentenza ribadisce infatti che il vincolo archeologico, sia diretto che di prossimità, è imprescindibile e che la Regione Sardegna ha tutto il diritto di deliberare che il 98,8% della superficie regionale non sia adatto all’installazione di gigantesche pale eoliche.

È ora di governare la transizione energetica, evitando le conflittualità che nascono quando si deve calare sui territori la realizzazione concreta degli impianti eolici e fotovoltaici a terra previsti dal Green New Deal. Infatti, in molti territori non sono solo i Comitati e le Associazioni ambientaliste ad opporsi a giganteschi parchi energetici ma, come si è visto, sono anche le amministrazioni locali. Basti pensare alla vicenda dell’eolico offshore a Rimini, dove ad opporsi sono i Comuni e la Regione Emilia Romagna, o all’impianto eolico offshore proposto sulla costa sud occidentale della Sardegna, sonoramente bocciato dalle popolazioni, dai Comuni e dalla Regione Sardegna.

Pale eoliche offshore

Le sole azioni di tutela contro l’eolico selvaggio portate avanti dalla Italia Nostra nei territori nel corso degli ultimi sei anni, spesso insieme ad altre sigle ambientali, sono state più di trenta. A queste si devono aggiungere moltissime azioni contro il fotovoltaico a terra in aree di pregio. Queste azioni hanno visto i territori compattarsi intorno ai Comitati e alle Associazioni e hanno prodotto ricorsi al TAR o altre azioni per bloccare i procedimenti amministrativi di approvazione degli impianti. Anche il MiBACT è intervenuto recentemente, ricorrendo l’11 giugno scorso al Consiglio dei Ministri per bloccare la realizzazione di due impianti fotovoltaici a terra in provincia di Viterbo, vicino a Tuscania. Proprio a Tuscania, purtroppo, è in progetto la realizzazione di un altro parco eolico per un totale di 16 aerogeneratori (oltre a quelli già esistenti), il cui impatto rischia di stravolgere il paesaggio circostante e i siti archeologici. Anche in questo caso i Comitati e le Associazioni hanno intenzione di dare battaglia e al MATTM sono pervenute oltre 100 osservazioni da parte di privati cittadini e di associazioni.

Per superare questo sfibrante antagonismo, Italia Nostra chiede al Governo di indire un tavolo di concertazione a livello nazionale per individuare le aree compatibili e pianificare finalmente gli interventi da realizzare, senza lasciare che regni in Italia il Far West. Inoltre, invita a sospendere il regime delle sovvenzioni che spingono al gigantismo delle tecnologie adottate, spostando le risorse finanziarie verso soluzioni tecnologiche che favoriscono l’autoproduzione energetica individuale o attraverso le comunità energetiche con impianti piccoli, poco impattanti e diffusi: un modo più democratico di sviluppare le energie pulite, capace di contrastare le infiltrazioni mafiose attirate dalle sovvenzioni.

Il rischio concreto se si continua a non voler governare la transizione energetica, è una stagione calda di dure lotte sui territori. Questo produrrà infiniti problemi proprio alla realizzazione dei programmi e progetti che il Governo dovrà mettere in campo per spendere i fondi messi a disposizione dal New Generation EU in maniera efficace ed efficiente. D’altronde l’Europa ci chiede proprio questo: di pianificare le azioni per ottenere quei fondi!

Link per consultare la sentenza del Tar Sardegna n. 573 del 23 ottobre 2020


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