lunedì 30 marzo 2020

Cemento Mori!

La politica ai tempi del coronavirus

Esistono in politica molti modi per guardare al futuro senza perdere di vista il presente, quando si attraversa una fase di grande crisi; ma il governo regionale a trazione sardoleghista guidato da Christian Solinas non se ne cura e, mentre in tanti cercano di capire come valorizzare l’accresciuta responsabilità sociale post-pandemica, squaderna la sua visione del mondo, desolante nella truce riproposizione del formulario novecentesco di assalto al Paesaggio.
Bisogna essere dotati di un cinismo sordo per pensare di poter convocare, in tutta fretta, un Consiglio Regionale fra i meno significativi dell’intera storia dell’Autonomia piegandolo, con la immancabile formula ricattatoria del rilancio dell’economia, alla discussione e all’approvazione frettolosa di un provvedimento, il cosiddetto Nuovo Piano Casa, che tutto farà tranne che risolvere la situazione di grave arretratezza della nostra Isola.
Mentre la gente si ammala e muore, negli ospedali sardi come nelle case di riposo, soprattutto per effetto di un’insipienza politica rara anche a queste latitudini, Solinas e i suoi pensano di ridurre la distanza siderale che li separa dalla modernità, semplicemente cancellando con un provvedimento gaglioffo anche il vincolo edificatorio dei 300 metri dalla battigia e sdoganando l'edificazione selvaggia in agro.
Questa sarebbe, in sintesi, la miracolosa ricetta sardoleghista per risollevare le sorti di una Regione allo sbando: un orizzonte pozzolanico che in sol colpo risolva un’emergenza sanitaria gestita finora come peggio non si sarebbe potuto, sommata all’atavica carenza infrastrutturale e produttiva su cui la Giunta Solinas non ha idee e non è in grado di trovare soluzioni, vista la perdurante assenza di temi in questo primo anno abbondante di legislatura.
L’isolamento, che altrove viene calato per decreto ma che noi sardi scontiamo già di default, si è provvidenzialmente rivelato essere l’unico argine all’ecatombe sociale e sanitaria che peraltro ancora incombe; per la Giunta Solinas questa fase storica sarebbe potuta essere un’opportunità per ragionare - e decidere - a livello di sistema sugli storici limiti che affliggono la nostra isola.

E invece no: giri di betoniera come giri di valzer!
Sembra proprio l’orchestrina che suona mentre il Titanic affonda.
Tuttavia, e nonostante tutto, la Sardegna non merita lo scempio di una classe politica così avventuriera e inadeguata; sarà la Società, con l’aiuto della parte buona della politica che ancora sopravvive a questa desertificazione della moralità politica e umana, a mettere all’angolo questa inaccettabile Giunta.
Quel piano casa non passerà.


Consulta per l’Ambiente e Territorio Della Sardegna
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