giovedì 19 ottobre 2017

Il DdL Urbanistica scaricherà 9 milioni di metri cubi di cemento sulla fascia costiera



Dopo qualche settimana di informazioni intermittenti, registriamo le dichiarazioni pubbliche del Presidente Pigliaru e dell’Assessore Erriu sul ddl Urbanistica; un po' di luce nel buio che autorizzerebbe un certo ottimismo. Una conferma nelle discordanti interviste dell'Assessore Erriu mandante in onda nelle due edizioni del TG3 RAI Regione del 18 Ottobre scorso.
In realtà non si dissolvono le nebbie dell’incertezza e permangono nelle loro dichiarazioni diverse ambiguità. 

Ci riferiamo, tra l'altro, alla ricorrente evocazione del vincolo nella fascia dei 300 metri dalla battigia, senza all’opposto mai citare quanto previsto nel Piano Paesaggistico Regionale (PPR), secondo cui la massima tutela è invece riferita all'intera fascia costiera, ben più estesa dei 300 metri dal mare, vincolati peraltro da stringenti norme di rango sovraordinato.
La Consulta Ambiente e Territorio della Sardegna ha avuto modo di esprimersi sulle altre criticità del ddl, in particolare su quelle contenute nell’art. A4 del suo Allegato, con una recente nota tecnica, richiamata dalle Associazioni Ambientaliste che aderiscono alla Consulta.
La Giunta Regionale, evidentemente sensibile al coro di perplessità suscitato dai controversi articoli del ddl, sostiene finalmente la necessità di aprire il confronto e auspica che tutte le parti interessate possano partecipare a scelte strategiche sul governo del territorio della Sardegna.
La Consulta ritiene opportuno che questa discussione debba partire dalle questioni essenziali, oramai evidenziate da mesi; servirebbe a ristabilire il giusto clima se, ad esempio, si rimuovessero dal confronto le previsioni più azzardate, come quelle dell'art. 43 che attribuiscono alla Giunta Regionale, ovvero al Consiglio, un potere derogatorio che si ritiene inammissibile.
Un altro aspetto riguarda la possibilità prevista dal ddl di riproporre aumenti volumetrici per le strutture ricettive all’interno della fascia costiera (art. 31), addirittura anche per quelle che ne avevano già beneficiato in precedenza (art. 31, commi 6 e 7); di fronte alla possibilità di ampliamenti volumetrici, foriera di ulteriore consumo di suolo, la Consulta si esprime in maniera nettamente contraria.
Un altro punto controverso è rappresentato dall'art. A4 che ammette, sempre nella fascia costiera, ulteriori incrementi volumetrici non consentiti dalle disposizioni vigenti e dallo stesso PPR; incrementi che sarebbero destinati anche a residenze stagionali, ossia a seconde case ad uso turistico, finanche negli ambiti più sensibili del paesaggio costiero.

Secondo i calcoli effettuati dalla Consulta, il citato art. A4 modificherebbe profondamente la previsione di contenimento delle volumetrie costiere; uno stop deciso negli anni Novanta e recepito sia dalla ‘Legge Salvacoste’ del 2004 che dallo stesso PPR. Un ripensamento che produrrebbe un impatto di circa 9 milioni di metri cubi, senza che peraltro se ne faccia menzione nelle note allegate al ddl.
Si tratterebbe di una evidente e grave contraddizione rispetto a quanto enunciato dallo stesso ddl a proposito del contenimento del consumo di suolo, in palese violazione del PPR.
La Consulta chiede pertanto una profonda revisione dell’attuale ddl, ritenendo inderogabile il rispetto delle previsioni elaborate dalla ‘Legge Salvacoste’ e dallo stesso PPR, che conferma quelle previsioni nelle relative Norme di Attuazione. In aggiunta, la Consulta sollecita la Giunta Regionale a concentrare la sua azione sulla fondamentale estensione del PPR alle cosiddette zone interne, così come previsto dal Codice del paesaggio.
La Consulta Ambiente e Territorio della Sardegna auspica l'approvazione di una Legge Urbanistica che consolidi le previsioni del PPR, finalmente estese all'intero territorio regionale, come del resto previsto dal programma elettorale dello stesso Presidente Pigliaru.
Li, 19 ottobre 2017


La Consulta Ambiente e Territorio, attiva da alcuni mesi, può contare sull'apporto tecnico di esperti in diverse discipline

Fanno parte del gruppo di lavoro:
- i rappresentanti delle associazioni Carmelo Spada (WWF), Stefano Deliperi (GRIG), Graziano Bullegas (Italia Nostra), Tore Sanna (Federparchi);
- i liberi professionisti Daniela Addis (avvocato esperto in diritto dell'ambiente e del mare), Giuseppina Angioni (chimica farm. spec. Scienza dell'Alimentazione), Maria Laura Cadeddu(geologa), Ignazio Camarda (botanico), Roberto Corbia (urbanista, gruppo G124/2014 a supporto del sen. Renzo Piano), Paola Correddu (medico), Massimo Dadea (medico), Enrico Deplano (dr in Lettere-Storia e critica dell'Arte, PhD in Ing. - Sostenibilità Arch. e Planning), Salvatore Dessena (architetto), Mauro Gargiulo (ingegnere, responsabile energia Italia Nostra Sardegna), Antonietta Mazzette (dir. del dipartimento Scienze politiche,  della comunicazione e ingegneria dell'informazione – Uniss) , Giuseppe Melis (docente Marketing Turistico - UniCA), Maria Paola Morittu (giurista dei BBCC, vicepresnaz.le Italia Nostra), Sandro Roggio (architetto),  Alessio Satta (ingegnere ).
Gesuino Muledda (Rosso Mori) e Thomas Castangia (Possibile) hanno contribuito al progetto di cooperazione tra le associazioni e i movimenti ambientalisti sardi e alla organizzazione di iniziative della Consulta.
La Consulta può contare su un rapporto di collaborazione con il FAI.

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