giovedì 8 giugno 2017

Il destino di un territorio



di Mauro Gargiulo *

Domani 9 giugno si terrà a Roma presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri la riunione che di fatto segna l’atto conclusivo delle procedure istruttorie di VIA per le due Centrali Termodinamiche Solari (CSP) Flumini Mannu (Villasor) e Gonnosfanadiga (Gonnos). A più riprese si è intervenuti su queste pagine per denunciare lo scempio ambientale di cui le due CSP, se realizzate, sarebbero causa, oltre che evidenziare l’indiscriminato consumo di un suolo agricolo (circa 600 ha), che verrebbe sottratto ad allevatori ed agricoltori attraverso procedure di esproprio. Italia Nostra ha fatto pervenire per l’occasione alla Presidenza del Consiglio un’ulteriore Relazione nella quale, oltre a dimostrare ancora una volta la non sostenibilità dei due impianti, ha denunciato l’illegittimità delle procedure poste in essere dal Ministero dell’Ambiente e le assurdità delle Motivazioni  e Prescrizioni contenute nel Parere favorevole espresso dalla Commissione presso il Ministero stesso (CTVIA). 

Nella precedente riunione del 10 ottobre 2016 si erano già negativamente espressi alla realizzazione della CSP “Flumini Mannu” i Sindaci dei Comuni di Villasor e Decimoputzu oltre che il Ministero dei Beni Culturali e la Regione Sardegna e di analogo tenore sarà di certo in quella del 9 giugno il pronunciamento dei Comuni di Gonnosfanadiga, Villacidro e Guspini oltre che della stessa Regione e del Ministero dei BBCC.


I tre Comuni presenteranno nel corso della riunione una Relazione nella quale verranno illustrati i motivi della opposizione al progetto, atti deliberativi ed un video allegato ed eseguito con l’ausilio di un drone in volo sull’area dell’intervento.

 
Consigliamo vivamente ai nostri lettori la visione delle riprese, a cui rimanda il link riportato, perché essa può essere assunta a simbolo di questi quattro anni di dure lotte e delle molteplici implicazioni negative che ineriscono scelte esiziali per il nostro territorio.

In poche immagini col supporto di efficaci didascalie si ha contezza dell’assurdità della falsa tesi, sostenuta dalla società proponente, secondo la quale i terreni del Medio Campidano sarebbero interessati da un progressivo e inarrestabile processo di desertificazione, la qual cosa giustificherebbe la loro irreversibile trasformazione  in siti industriali. Tesi di fatto condivisa dalla Commissione, che si spinge oltre definendo di “non particolare pregio i paesaggi ai margini del massiccio del Linas e quindi giustificandone la totale “sostituzione”. Non è questa le sede per esporre le molteplici motivazioni tecniche, sociali ed economiche che spingono Comunità, Amministratori e Associazioni ad assumere posizioni di aperto rifiuto dell’intervento. Basterebbe scorrere le pagine delle Osservazioni pubblicate sul sito del MinAmb (Osservazioni Gonnosfanadiga - Osservazioni Flumini Mannu), afferente le procedure di VIA, oppure leggere la sintesi delle ultime Relazioni pubblicate sul sito di Italia Nostra Sardegna. 
Il filmato ha il pregio di condensare in brevi ma densi attimi una storia che potrebbe risolversi in un tragico epilogo, oltre che indurre a interrogarsi sul senso del nostro essere “qui ed ora”. Cosa è un destino senza radici? Quale eredità custodita intendiamo affidare ai nostri figli? In che dimensione spazio-tempo oggi presumiamo di conferire significato alle nostre azioni?

E’ proprio la prospettiva a volo d’uccello che ha il potere di trasmutare nell’oggettivante linguaggio dell’immagine il sentire di chi abita i luoghi, l’a priori della cognizione di appartenenza, lo straniamento di una trasformazione in potenza. 
Se quei territori dovessero diventare altro, anche noi finiremmo per sconfinare nell’estraneità a noi stessi. Queste le ragioni istintive per le quali aberrante appare il diniego del riconoscimento di “particolare pregio” a valori che noi riteniamo invece di innata immanenza oltre che di conclamata e scientifica razionalità.
E’ per questo che quel silenzioso scivolare su pallidi olivi e lecci secolari induce a interrogarsi su un’identità deficitaria, su una rassegnazione senza tempo, inesorabile cifra del nostro destino. Se questo video nel futuro, da mera oggettivazione di uno stato di fatto, dovesse suo malgrado trasformarsi in una testimonianza storica di un territorio cancellato, riscontreremmo in esso l’inconfutabile prova di un’atavica incapacità a invertire il verso di quella Storia che altri da millenni si ostinano a voler scrivere per nostro conto.

* Mauro Gargiulo è il Delegato Energia di Italia Nostra Sardegna


Riflessioni sulla composizione della Commissione Tecnica Valutazione Impatti Ambientali che ha rilasciato un parere positivo alle Centrali CSP di  “Gonnosfanadiga” e di “Flumini Mannu”

 

Italia Nostra Sardegna ha chiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il rigetto del parere positivo espresso dalla Commissione Tecnica Valutazione Impatti Ambientali.
Si è ritenuto infatti che quel parere non sia stato supportato da alcun elemento scientifico, basta un’attenta lettura delle modalità secondo cui si è giunti alla formulazione dei due Giudizi di Compatibilità a confermare tale tesi.
Se si analizza ad esempio il Parere sulla CSP “Gonnosfanadiga” – analoghe considerazioni valgono naturalmente per il parere espresso per la centrale di “Flumini Mannu” – emerge in tutta evidenza che sui 48 componenti della Commissione, solo 29 si sono pronunciati positivamente (60,5% del numero complessivo dei membri), mentre 8 erano contrari e 11 assenti (tra questi ultimi vi sono esperti di Diritto ambientale, di pianificazione e di Opere Pubbliche).


Dei Commissari che si sono pronunciati positivamente ben 9 (32% dei favorevoli) avevano esclusive competenze in materia di diritto (per lo più privato o tributario) e quindi non avevano alcuna specifica conoscenza di tematiche ambientali. I tecnici favorevoli (ingegneri e architetti) erano in numero pari a 13 (46,42% dei fav.), ma tra loro due soli strutturisti e nessun ingegnere industriale specialista di impianti termoelettrici o centrali termodinamiche.
Per solo 5 componenti tra i favorevoli ( 17,24% dei fav.) si possono ipotizzare conoscenze che afferiscono alle tematiche ambientali, anche se non inerenti gli argomenti trattati. Si tratta infatti di un glaciologo, un biologo marino, un geologo esperto di fondi strutturali, un agronomo e un ecologo-urbanista.
Estranei del tutto alle problematiche esaminate risultano essere un chimico (competente di rifiuti) e un astrofisico, evidentemente anche lui favorevole! Erano del tutto assenti specifiche figure professionali quali naturalisti, esperti del suolo, botanici, studiosi degli ecosistemi, biologi terrestri ecc. E’ del tutto evidente che in rapporto al numero dei componenti le professionalità competenti in materia ambientale e scienze della terra in grado di dare risposte a tematiche così complesse appaiono del tutto insufficienti.
Occorre anche evidenziare che tra i 9 pareri contrari, ben 2 sono stati formulati da geologi e 3 da ingegneri, dei quali un esperto in gestione ambientale e due in pianificazione e materie energetiche ( funzionari dello stesso Ministero dell’Ambiente).
Infine contrario anche il parere del direttore del Servizio di VIA della Regione Sardegna.


I tecnici che hanno collaborato con noi alla stesura delle osservazioni "scientifiche", della cui competenza e professionalità non dubitiamo, e i tanti tecnici che si oppongono a questa devastante opera sono in buona compagnia! Emerge dalla lettura di questi dati in tutta la sua gravità un procedimento di sconvolgente incongruenza operativa, in cui sono andati maturando i due Pareri della CTVIA.

Confortata anche dai numerosi supporti scientifici Italia Nostra Sardegna prosegue nelle sue battaglie a difesa della salute dei cittadini, del territorio, dell’ambiente naturale. E si oppone a tutte le attività inquinanti e nocive, e a tutte le speculazioni, quelle energetiche in primo luogo.
Per fortuna anche su questo versante l’Associazione si accompagna con i Cittadini, i Comitati e i nel caso del termodinamico anche con i Sindaci, la Regione Sarda (Giunta e Consiglio) e il Ministero dei Beni Culturali.

Attività agricola nell'Area di Decimoputzu interessata dall'intervento speculativo

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