mercoledì 14 maggio 2014

Tutti Su Per Terra. Cibo, film, dialoghi, musica


locandina dell'evento
SEMI, ORTI, CITTADINANZE ...

UN LABORATORIO PER PARLARE DI SOVRANITA’ ALIMENTARE, EDUCAZIONE E CITTADINANZA ATTIVA

Un'iniziativa dedicata a promuovere il tema della sovranità alimentare, realizzata a Bologna nell'ambito del progetto Apriti Sesamo.
Due giorni, il 9 e il 10 maggio, di incontri, dibattiti, musica e laboratori per capire cosa succede intorno a noi, in un mondo dove oltre 900 milioni di persone malnutrite convivono con un miliardo di persone sovrappeso. Dove lo spreco alimentare è una delle grandi sfide del nord come del sud del mondo. Dove una speranza concreta di combattere la povertà arriva da vicino, dagli orti urbani che riforniscono le città di prodotti freschi a basso impatto e dove solo le sementi di qualità, libere da brevetti, che tutelano la biodiversità, sono la garanzia di cibo e salute per tutti.
Il progetto Apriti Sesamo è promosso da Cefa onlus, Overseas onlus e Osvic Oristano e coinvolge un ampio partenariato cui partecipa Italia Nostra Sardegna.

L’evento “Tutti su per terra” è stato una rassegna di film documentari e incontri con autori, giornalisti, ambientalisti, scrittori e cuochi sul tema della sovranità alimentare e sulle problematiche che hanno posto in questi ultimi anni al centro del dibattito pubblico l’utilizzo dei terreni agricoli.
Oltre alle visioni dei documentari, si è avuto modo di dialogare e scambiare utili informazioni con gli esperti italiani e internazionali presenti e si è potuto partecipare ai laboratori di orticoltura e cucina aperti al pubblico.

Il presidente del Consiglio Regionale di Italia Nostra Sardegna ha raccontato una Sardegna diversa da quella rappresentata delle brochure patinate e dalle cartoline col mare blu cobalto, ha parlato di land grabbing e di occupazione delle terre agricole ad opera degli speculatori delle energie rinnovabili, di colline e pianure invase dalle torri di acciaio delle “wind farm”, delle finte serre fotovoltaiche in mano a indiani, cinesi e facilitatori nostrani.

Si è parlato del rischio che corrono numerosi agricoltori di vedersi espropriata la loro terra, il loro sostentamento, per far posto a immense distese di specchi e acciaio per le centrali termodinamiche a concentrazione, e delle migliaia di ettari interessati dalle ricerche geotermiche e di combustibili fossili.

Si è parlato dei costi ambientali e sanitari che paga la Sardegna a causa delle servitù militari e di quelli dovuti all’industrializzazione selvaggia che dopo aver distrutto il territorio e l’economia dell’isola abbandona i siti inquinati scaricando sulla comunità i costi del disinquinamento e del recupero ambientale.

Si è anche parlato della continua aggressione che subiscono gli spazi costieri a causa della cementificazione selvaggia e delle leggi che hanno disarticolato il Piano Paesaggistico Regionale per consentire interventi speculativi di ogni tipo (Piano Casa, Legge sul Golf, PPS etc…).
All'evento di Bologna ha partecipato anche un rappresentante del comitato "s'Arrieddu per Narbolia" che ha raccontato la vicenda delle finte serre fotovoltaiche, l'opposizione del comitato e le iniziative tuttora in corso per tutelare gli interessi della terra a discapito di quelli della speculazione. 

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