Nei
giorni scorsi le associazioni WWF, Italia Nostra e LIPU della Sardegna – così
come i numerosi comitati locali (“No Trivelle Sardegna”, “Terra che ci
Appartiene” Gonnosfanadiga, “No Megacentrale” Guspini etc…) - hanno presentato una
serie di Osservazioni all’Ass.to Reg.le all’Industria, chiedendo di non
concedere i permessi di ricerca di risorse geotermiche avanzati dalla società
aretina TOSCO GEO srl o in alternativa di sospendere la procedura subordinando
il rilascio dei permessi all’esito positivo della Valutazione di Impatto
Ambientale.
Le quattro
richieste di permessi per ricerche geotermiche avanzate dalla TOSCO GEO
interessano complessivamente 416 kmq di fertili terreni agricoli della piana
del Medio e Basso Campidano e coinvolgono il territorio di ben 16 Comuni e rappresentano,
purtroppo, solo una parte delle tante richieste di ricerca geotermica
presentate in Sardegna.
Negli
esposti presentati le Associazioni evidenziano il contrasto esistente tra le
richieste della TOSCO GEO e la Delibera della Giunta Regionale Sardegna N°
34/41 del 07/08/2012 che detta le “Linee Guida per la disciplina della Ricerca
e la coltivazione delle risorse geotermiche a scopi energetici nel territorio
della Sardegna”. La delibera impone infatti che l’eventuale rilascio del
permesso di ricerca sia condizionato all’espletamento delle procedure in
materia di valutazione di impatto ambientale (Verifica/VIA), secondo quanto
previsto dalle direttive comunitarie e dalla vigente normativa nazionale e
regionale.
Oltre ad
un iter confuso e pasticciato – per alcune richieste non è stata neppure data la
corretta e obbligatoria informativa ai cittadini - è del tutto assente nelle
richieste presentate un Piano di Recupero Ambientale che preveda la rimozione delle
infrastrutture e il ripristino dello stato dei luoghi secondo le vocazioni
proprie del territorio, oltre alle modalità di smaltimento del materiale
dismesso.
Le Associazioni
ribadiscono la validità del documento in materia energetica presentato lo
scorso maggio 2013, con il quale si chiedeva alla Regione Sardegna una moratoria
delle installazioni in area agricola di tutte le centrali per la produzione di
energie rinnovabili, comprese le ricerche delle risorse geotermiche, in attesa della definizione di un Piano
Energetico Regionale (P.E.A.R.S.), che
preveda la programmazione delle attività di ricerca e detti norme severe sulla
localizzazione e la compatibilità ambientale delle concessioni di coltivazione
del geotermico. Un Piano in grado di fermare la folle e selvaggia corsa
all’accaparramento delle terre, di impedire la sottrazione delle risorse
ambientali e dei beni comuni alle comunità locali e alle generazioni future e
di disciplinare finalmente con regole ferree questi impianti industriali
disseminati in lungo e in largo nelle aree agricole dell’intera Sardegna.
Sull'argomento:
La Nuova Sardegna: Ricerche geotermiche da bloccare
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