Le associazioni Italia Nostra, Adiconsum, Wwf e Lipu della Sardegna hanno inoltrato al Servizio Valutazione Impatti Ambientali (SAVI) dell'Ass.to Reg.le dell'Ambiente le Osservazioni al Procedimento di VIA proposto dalla San Quirico Solar Power srl, relativo al progetto di impianto solare termodinamico con tecnologia CSP a sali fusi, abbinato ad un ciclo a vapore con turbina di taglia pari a 10,8 MWel, affiancato da una caldaia a biomassa e sistema di stoccaggio dei sali fusi e da una caldaia a gasolio supplementare, da realizzarsi in prossimità della “Borgata San Quirico” nel comune di Oristano.
Un analogo documento è stato
presentato dalla sezione Sinis Cabras Oristano di Italia Nostra.
Nell'articolato documento
presentato dalle Associazioni si chiede che il provvedimento conclusivo del
procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale formuli un giudizio negativo
di compatibilità ambientale dell'impianto ibrido CSP e biomasse e opere
connesse.
In particolare le Associazioni si
soffermano sulla necessità di ridurre l'emissione di gas climalteranti
attraverso una seria politica di supporto alla produzione di energia da fonti
rinnovabili mirate al soddisfacimento, in primo luogo, del fabbisogno
energetico delle comunità e delle attività esistenti e realizzate nel rispetto
del paesaggio, del territorio in cui gli impianti sono ubicati, del consumo di
suolo, e attraverso il coinvolgimento della comunità residente.
In merito all'impianto da
realizzarsi in località San Quirico le Associazioni osservano diverse criticità:
1. PIANO
URBANISTICO COMUNALE E UBICAZIONE DELL'IMPIANTO
L’impianto dovrebbe essere
ubicato in un’area classificata come “Zona agricola E” dal PUC di Oristano e in
minima parte "Zona di rispetto H". Zone "destinate ad usi agricoli e ad edifici, attrezzatura e
impianti connessi al settore agro-pastorale e a quello della pesca, alla
valorizzazione dei loro prodotti e alle attività strettamente connesse".
Area dell'impianto |
La stessa normativa regionale
prevede che tali impianti devono essere ubicati in aree classificate D o G o in
subordine deve essere attivata la procedura di variante dello strumento
urbanistico. Non si capisce a quale titolo il comune di Oristano abbia
sottoscritto un accordo con la società interessata che prevede la realizzazione
di un impianto industriale in difformità dal proprio strumento urbanistico.
Gli impianti CSP sono incompatibili con le pratiche rurali. Per questo motivo questa tecnologia viene definita come la "tecnologia del deserto".
Impianto Archimede CSP ENEL Priolo Gargallo
|
2. ATTIVITÀ
AGRICOLA IN ATTO
Il carattere di “vocazione all’agricoltura” per queste aree
è storicamente accertato e attualmente è presente un'intensa e produttiva
attività agricola anche di pregio.
Si tratta di un'area molto fertile e adatta alle coltivazioni di qualità
(risicultura, ortaggi, ecc.). Infatti l'economia dei centri che gravitano
attorno all'area (Simaxis, Silì, Palmas Arborea etc...) è basata
prevalentemente sull'agricoltura con la coltivazione di frumento, riso, carciofi,
olivo, vite e mandorlo. Oltretutto una gran parte dei fondi sono
irrigati.
Impianti di questa natura appaiono in evidente e
stridente contrasto con lo spirito della Politica Agricola Europea che pone tra
gli obiettivi primari e irrinunciabili la conservazione delle comunità rurali e
dei paesaggi in quanto parte preziosa del patrimonio europeo: "the
focus is laid on the preservation of rural communities and landscapes as they
form a valuable part of Europe's heritage" ([1].
Vigneto in agro di Simaxis |
[1] European Commission - Directorate General for Agriculture and Rural Development Managment Plan 2014 http://ec.europa.eu/dgs/agriculture/documents/management-plan-2014_en.pdf
3. IMPATTO
PAESAGGISTICO E CONSUMO DI SUOLO
Il progetto potrebbe
causare il radicale stravolgimento del paesaggio e del suolo agricolo dell'intera
area, incidendo negativamente sul rapporto uomo-ambiente
e trasformando il contesto agrario in un contesto industriale.
Una operazione in palese contrasto con Convenzione Europea del Paesaggio
e col Piano Paesaggistico Regionale che impongono la tutela dei paesaggi che
conservano segni significativi della ruralità e la messa in valore dei paesaggi rurali.
Rendering dell'impianto |
4. FABBISOGNO
ENERGETICO
Già oggi esportiamo quasi il 50%
dell'energia prodotta, nel 2013 esportavamo 4.000 GWh equivalenti al 42,9%
dell'intera produzione (report pubblicato
da TERNA sulla produzione e consumo di energia elettrica in Italia al
31.12.2013).
Sempre nel 2013 la produzione in Sardegna di energia elettrica
da fonti rinnovabili è stata di 2.663 GWh pari al 31% dell'intera produzione (valore equivalente al 123% del fabbisogno domestico dei sardi).
È bene ricordare che abbiamo superato con grande anticipo e
quasi raddoppiato l’obbiettivo assegnato alla Sardegna di copertura dei consumi
lordi finali di energia prodotta con fonti rinnovabili (Burden Sharing al 2020 pari al 17,8% - DM MISE 15.3.2012)
5. PROFILO PROGETTUALE
L'analisi tecnica della
economicità dell'impianto presenta una serie di dubbi. In particolare non si
capisce l'utilità di installare un impianto in un'area in cui i valori di radiazione
solare diretta al suolo (DNI) rilevati risultano inferiori a 1.700 kWh/m²
per anno, valore insufficiente a giustificare la realizzazione di un
impianto di CSP. Secondo lo stesso SAVI i valori di DNI per garantire un
funzionamento minimo di questi impianti dovrebbero essere non inferiori a 2.000
Kwh/ m²
Schema di impianto CSP |
E’ quindi chiaro che l'impianto
risulta economicanicamente sostenibile solo grazie agli incentivi elargiti dall'Italia in quanto le
spese risultano ampiamente ristorate dai sussidi pubblici (si tratta di importi
superiori ai 10 milioni di euro annui prelevati direttamente dalle tasche dei
cittadini attraverso la bolletta elettrica), mentre le conseguenze
ambientali e gli eventuali recuperi
dell'area potrebbero finire per gravare sulla comunità locale.
6. RISCHIO
AMBIENTALE
Nel progetto non sono compitamente
valutati gli effetti che l'installazione potrebbe arrecare alla fauna e alla
flora, e quindi alla biodiversità e al valore degli habitat sia nell’area di
progetto che in area più ampia. La realizzazione di
opere civili comporterebbe modifiche degli assetti preesistenti del suolo e, di
conseguenza, la completa distruzione del
sistema degli habitat con la perdita delle specie faunistiche e botaniche
presenti.
Nell'impianto saranno usati i sali fusi (nitrati di sodio e
potassio) che vengono presentati come innocui per l’ambiente e per la salute
umana perché "usati come
fertilizzanti in agricoltura", ma questo vale solo per piccole
quantità di nitrati. Per la movimentazione di quantità rilevanti di questi sali
è prevista l’applicazione della direttiva “Seveso”
che detta norme sulla gestione degli impianti in cui sono presenti determinate
sostanze pericolose, comprese quelle classificate come "pericolose per l'ambiente", in
quantità tali da poter dar luogo ad incidenti rilevanti quali emissioni,
incendi o esplosioni di grave entità.
Approvvigionamento
di biomassa
Considerata la difficoltà e
l'incertezza sulla disponibilità di biomassa in Sardegna è ragionevole supporre
che la biomassa lignocellulosica necessaria a garantire il funzionamento
dell'impianto non sarebbe a km zero ma presumibilmente importata da altri
continenti, come avviene in impianti simili ubicati in altre località europee e
italiane. L'Europa è infatti tra i maggiori importatori di biomassa (palma e
jatropha) per la produzione di energia termica e di energia elettrica. Pratica
che, oltre a creare disastri ambientali nel sud est asiatico, non garantisce la
sostenibilità della produzione energetica e, anzichè ridurre, incrementa
l'emissione di gas climalteranti.
Piantagione di Jatropha |
Si rammenta che la produzione di CO2
pari a zero, obiettivo della produzione a biomasse, decade immediatamente nel
momento in cui l’approvvigionamento non è più a km 0.
Alterazione
del microclima territoriale.
Nel progetto non è
stata riservata adeguata attenzione alle profonde
alterazioni che sarebbero indotte dall’impianto nel microclima locale per
l’immissione nell’atmosfera di considerevoli quantità di energia termica.
Apporti energetici concentrati e localizzati
che potranno determinare un diverso equilibrio dell’attuale ecosistema ed
avranno effetti climalteranti locali.
7. FATTORI DI IMPATTO NEGATIVI
Tra i fattori di impatto negativi
non sono stati citati i danni di immagine, e quindi economici, delle produzioni agricole - alcune come si è detto di qualità ed eccellenza - che
deriverebbero dalla provenienza da un'area agricola interessata da emissioni
inquinanti. Infatti, pur ammettendo una quantità di emissioni inferiore ai
valori limite fissati dalla vigente normativa, l'impianto emetterà comunque in
atmosfera sostanze inquinanti quali Anidride Solforosa, Ossidi di Azoto, Nano
particelle e Ossidi di Carbonio che potrebbero incidere sulla qualità dei
prodotti agricoli.
Tra i fattori negativi dell'impianto
andrebbe quindi inserita l'eventuale riduzione di forza lavoro nel settore
agricolo a causa della criticità di mercato derivante dalla possibile riduzione
delle produzioni stesse in termini di quantità e qualità.
8. INCREMENTO DEL CONSUMO IDRICO
Il
consumo idrico necessario al funzionamento dell’impianto è stimato in 117.429 metri
cubi di acqua/anno, che verrebbe prelevato da risorse del Consorzio
di Bonifica dell'Oristanese, che dalle risorse idriche sotterranee mediante due pozzi da
realizzare nel sito.
Esiste intanto
un ragionevole dubbio che il fabbisogno idrico sia sottostimato perchè gli impianti CSP sono considerati
idroesigenti, e
il loro esercizio determina inevitabilmente
significative sottrazioni della risorsa idrica di falda ed alla rete
acquedottistica.
Inoltre, anche
considerando attendibile la stima di 117.000 mc/a ne conseguirebbe una distrazione delle risorse idriche e,
nell'ipotesi di emungimento intensivo dai pozzi, un notevole prelievo di acqua dal sottosuolo che potrebbe determinare l’impoverimento
delle falde, l'eventuale prosciugamento dei pozzi circostanti e la messa in
crisi delle attività agricole e zootecniche del territorio esistenti nell'area
interessata al progetto.
Documentazione
GSE - Incentivi per il solare termodinamicoENEA - Solare termodinamico
Sardegna Ambiente - Documentazione presentata per la Valutazione di Impatto Ambientale
Sull'argomento
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