lunedì 30 novembre 2009

Stadio Sant'Elia usa e getta

L’Associazione Italia Nostra esprime forti perplessità in merito alle scelte che l’Amministrazione Comunale, in accordo con il Governo Regionale, sta operando riguardo allo stadio di Sant’Elia.
Non ci pare infatti coerente con criteri di tutela del patrimonio pubblico la scelta di procedere alla demolizione del grande stadio, ad appena quarant’anni dalla sua  trionfale costruzione e a neanche vent’anni di distanza della sua completa ristrutturazione in occasione dei Mondiali di Calcio - costata all’erario oltre 30 miliardi di lire - che rese alla città un impianto moderno ed efficiente.
Fosse pur vero che oggi lo Stadio, un tempo gloria e vanto della città, si trova in condizioni di deprecabile degrado, ciò è imputabile all’abbandono delle strutture e alla  loro scarsa manutenzione, per cui sarebbe doveroso e opportuno accertare le responsabilità di chi doveva evitare, nell’interesse collettivo, che ciò accadesse, come del resto era previsto nel contratto di concessione di un bene pubblico alla società privata del Cagliari Calcio.
Premesso che crediamo che non siano stati affrontati con sufficiente attenzione e chiarezza i problemi relativi ai costi di demolizione e allo smaltimento delle macerie, come pure quello della pianificazione e della destinazione urbanistica dei 50.000 mq che verrebbero “liberati” nel cuore della città, non condividiamo  la scelta della demolizione  dello stadio per un altro ordine di ragioni di carattere culturale .
L’idea della demolizione ci sembra improntata ad una discutibile pratica dell’usa  e getta anche in urbanistica, senza tenere nella dovuta considerazione il significato e il ruolo che il gloriosa impianto ha per la città di Cagliari e per tutta la Sardegna.
Lo stadio di Sant’ Elia, come tutti sanno, è stato testimone e teatro di un’epoca della storia sportiva - e calcistica n particolare - che è rimasta nel cuore di tutti i Sardi, anche perché legata a manifestazioni, risultati e protagonisti di altissimo livello che hanno riscosso incondizionato apprezzamento e portato la Sardegna alle ribalte internazionali proprio grazie all’eccellenza sportiva. L’appassionata difesa dello stadio sostenuta con forza anche da Gigi Riva ne è un’ulteriore conferma.
L’impianto stesso del Sant’Elia, che oggi  si vorrebbe irresponsabilmente a cancellare, è stato considerato un pregevole esempio di grande valenza architettonica ed è presto diventato un segno caratterizzante del paesaggio urbano di Cagliari, meritevole di essere conservato e recuperato come impianto sportivo moderno, efficiente e polifunzionale,  così come è stato già fatto in altre città italiane ed europee.
Non sarebbe la prima volta che per soddisfare interessi privati e le loro miopi esigenze, a Cagliari si sacrificano sull’altare del cambiamento e della modernizzazione le prestigiose testimonianze del passato, con effetti sempre deprecabili e inutili tardivi rimpianti: ricordare la demolizione del Mercato Civico nel Largo Carlo Felice, la deturpazione dell’Anfiteatro Romano o le numerose lottizzazioni in aree archeologiche conferma l’incapacità di questa nostra città di amare e tutelare se stessa.
Evitiamo di fare altri errori.
Ancora una volta l’Associazione Italia Nostra si rivolge agli Amministratori facendosi interprete delle richieste di tanti cittadini e chiedendo che vengano tutelati  gli interessi comuni e le reali esigenze della città.                                                                                     
Cagliari 30 novembre 2009
                                                                                  Fanny Cao

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