venerdì 22 agosto 2025

Ekosarda di is Urigus: la discarica di rifiuti speciali sotto casa

Appare una vera e propria operazione di greenwashing quella che vorrebbe realizzare la società a responsabilità limitata Ekosarda a poca distanza dai centri abitati di Is Urigus e Is Gannaus, frazioni rispettivamente di San Giovanni Suergiu e di Carbonia.

Anziché ripristinare un’area devastata da una cava si chiede di trasformarla in una discarica di rifiuti speciali non pericolosi, ma anche di rifiuti pericolosi, riuscendo persino a realizzare profitti. Questo non è un ripristino ambientale, ma un cambio di destinazione d'uso da una attività estrattiva a una attività di smaltimento rifiuti speciali, entrambe impattanti.

Il doppio affare e la conseguente ingiustizia ambientale consistono nel realizzare profitti lucrando doppiamente a spese di un territorio che viene due volte devastato, scaricando sulla comunità locale i costi ambientali e costringendo chi ci vive a cambiare residenza perché quel sito diventerà invivibile e probabilmente insalubre. 

 


La sezione di Sant’Antioco di Italia Nostra si schiera a fianco dei cittadini mobilitati a difesa della propria salute e del proprio territorio e nelle undici pagine di Osservazioni che ha inviato al Servizio Valutazione Impatti Ambientali della Regione e al comune di san Giovanni Suergiu, ha riportato le numerose motivazioni per cui quella discarica non può essere autorizzata in quel sito, in particolare ha rilevato che:

1.      Non sono stati adeguatamente coinvolti i cittadini e i portatori di interesse

Nonostante la discarica coinvolga i tanti cittadini che risiedono poco distante e la presenza attività agricole e di strutture sportive in prossimità del sito.

È stata del tutto trascurata la componente sulla salute umana 


2.     Esistono numerose criticità di natura ambientale, sanitaria, sociale e culturale

L’impatto sulla salute delle persone e dell’ecosistema, sul paesaggio e sul patrimonio culturale è indubbiamente notevole e non mitigabile

3.     La discarica è incompatibile con la destinazione agricola del territorio

L’autorizzazione della discarica comporterebbe una variante allo Strumento Urbanistico comunale, condizionando le scelte del comune in materia urbanistica, proprio nel momento in cui il Consiglio Comunale si appresta ad adeguare la pianificazione urbanistica la Piano Paesaggistico Regionale.

Allo stato attuale la discarica risulterebbe incompatibile con le norme di attuazione del PPR

4.     Non sono stati presi in considerazione gli impatti cumulativi derivanti dalla presenza di numerose discariche nei dintorni

Oltre naturalmente agli impatti derivanti dal traffico e dalla viabilità, dalla emissione di polveri sottili, e da tutti i rischi derivanti dalla presenza di una discarica di rifiuti speciali pericolosi a poca distanza dai centri abitati.

Per tutti questi motivi la sezione di Sant’Antioco di Italia Nostra ha chiesto il rigetto del progetto, e nel contempo si è chiesto agli uffici regionali di prescrivere alla società richiedente il ripristino morfologico e la bonifica dell’area interessata dalla pregressa attività di cava.

In subordine si è chiesta la sospensione della procedura autorizzativa affinché venga avviata la pubblica inchiesta nella quale sarà consentito alla comunità di esprimere le proprie ragioni in merito a tale impianto.

petizione - change.org - Salviamo la Sardegna: No alla discarica per rifiuti tossici a Is Urigus



sull'argomento

Videolina - San Giovanni Suergiu, allarme discarica: la rivolta di Is Urigus

Tentazioni della Penna - S.G.Suergiu. Auser : "No alla nuova discarica di veleni, difendiamo la salute, il paesaggio e la vocazione agricola del territorio"

La Provincia del Sulcis-Iglesiente - Il Consiglio Comunale di S.G. Suergiu ha approvato una delibera contro la discarica di rifiuti speciali da realizzare a Is Urigus

La Provincia del Sulcis-Iglesiente - Ekosarda di Is Urigus: la discarica di rifiuti speciali sotto casa

Facebook - Pagina Is Urigus

Il minuto -  Discarica rifiuti speciali San Giovanni Suergiu: la denuncia di Italia Nostra 


mercoledì 18 giugno 2025

Insieme per la pace disarmata

Italia Nostra Sardegna, da sempre impegnata a tutelare il territorio, il paesaggio e l'ambiente naturale dell'isola, e a promuove un'economia pacifica e rispettosa della salute e delle esigenze delle comunità locali, aderisce al Comitato regionale sardo "Insieme per la pace disarmata" e ne ha sottoscritto il Documento Fondativo.

La mattinata di domenica 29 giugno la prima iniziativa al Teatro Sant’Eulalia di Cagliari  e nel pomeriggio musica, teatro, danza e cultura per la pace nella piazza adiacente.



Segue il comunicato stampa  

Venerdì 20 giugno alle ore 10:30 al Teatro Sant’Eulalia, Via del Collegio 2 a Cagliari, si svolgerà la conferenza stampa del neonato comitato regionale “Insieme per la Pace disarmata”, composto da 60 organizzazioni di tutta la Sardegna. Durante la conferenza stampa saranno illustrate le motivazioni, i principi, i valori, le linee d’azione e le prossime iniziative del comitato, a partire dalla prima uscita pubblica, che si svolgerà il 29 giugno.

Movimenti, comitati, partiti, collettivi, associazioni culturali, ambientaliste, sindacali e educative della Sardegna si sono unite per dare vita al Comitato “Insieme per la Pace disarmata”, un’alleanza ampia e trasversale che, al di là delle differenze, si riconosce nei valori della pace, della giustizia sociale, del ripudio della guerra e del rispetto dei diritti umani.

Il 29 giugno 2025 “Insieme per la pace disarmata” terrà la sua prima Assemblea aperta dalle 9:30 al Teatro di Sant’Eulalia e la Serata artistica, dalle 18.00 in poi, nella piazza della stessa chiesa del quartiere Marina.

La nascita del Comitato è frutto di un percorso di confronto condiviso, maturato in occasione dell’esercitazione militare Joint Stars 2025 e della contestata iniziativa “Open Day della Difesa” che si è svolta nel porto di Cagliari, col coinvolgimento diretto di scuole, famiglie, bambini e operatori sanitari. Eventi che hanno suscitato indignazione diffusa e portato a una presa di posizione collettiva. 

Nel documento fondativo del nuovo sodalizio – che sarà presentato nel corso della conferenza stampa e viene allegato a questo comunicato – le realtà promotrici denunciano il continuo utilizzo della Sardegna come teatro di guerra permanente. Si critica il ruolo marginale riservato alla cittadinanza nei processi decisionali, e si sottolinea la mancanza di trasparenza e confronto pubblico rispetto alle attività militari, che avvengono spesso nel silenzio o con la complicità delle istituzioni.

Pur riconoscendo la complessità del contesto, il documento mette in discussione la tendenza a legittimare la presenza delle forze armate nei territori e richiama l’attenzione sul rischio di normalizzare la guerra, anche attraverso la strumentalizzazione di bisogni reali come l’accesso alla sanità o l’occupazione. Per le organizzazioni che compongono il comitato la costruzione della pace richiede contemporaneamente il rifiuto di ogni spettacolarizzazione degli armamenti, l’educazione dei giovani alla giustizia e alla risoluzione nonviolenta dei conflitti, il disarmo, il rispetto del diritto dei popoli all’autodeterminazione e l’attivazione di organi internazionali di garanzia che abbiano ben più potere di quelli attuali.

Il Comitato “Insieme per la Pace disarmata” rivendica il diritto della Sardegna a un futuro di pace, fondato sulla riconversione economica, ambientale e sociale dei territori, sulla cura dei beni comuni, sulla partecipazione democratica e sul ripudio della guerra, uno dei principi fondamentali della Costituzione italiana ancora da attuare pienamente.

Link per visionare e/o scaricare il Documento Fondativo di "Insieme per la pace disarmata"

Organizzazioni firmatarie (aggiornate al 17/06/2025):

1.     Adiquas - Associazione Difesa Qualità Ambiente E Salute. Nuraxi Figus

2.     Anpi Carbonia

3.     Anpi Provinciale Di Cagliari

4.     Anpi sezione di Iglesias

5.     Aps Rimettiamo Radici 

6.     Arci Sardegna Aps

7.     Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII zona Sardegna-Lazio-Campania

8.     Associazione Amicizia Italia -Cuba 

9.     Associazione Antonio Gramsci Cagliari

10.  Associazione culturale 25 Aprile 

11.  Associazione Culturale Carovana S. M. I. (Suono Movimento Immagine) 

12.  Associazione Internazionale Medici Per L'ambiente - Isde Italia - Sezione Sardegna

13.  Associazione per Antonio Gramsci di Ghilarza 

14.  Associazione Sarda Contro l'emarginazione 

15.  Assotziu Consumadoris Sardigna 

16.  Casa del popolo Carbonia 

17.  Circolo Territoriale Sardo Costituente Terra

18.  Cobas Scuola Sardegna 

19.  Collettivo Comunista (marxista-leninista) di Nuoro 

20.  Collettivo Malarittas 

21.  Comitato Fermiamo la guerra Sassari 

22.  Comitato Riconversione Rwm

23.  Comunità La Collina - Serdiana

24.  Confederazione Sindacale Sarda- CSS

25.  Due ruote di speranza 

26.  Gruppo di lettura di Monserrato 

27.  Italia Nostra Sardegna

28.  Le Radici del Sindacato - Sardegna, area alternativa in CGIL

29.  Link Legami di Fraternità APS

30.  Maieutica Aps

31.  Medicina Democratica Sardegna

32.  Mesa Noa Food Coop Società Cooperativa

33.  Movimento Umanità  Nuova - Sardegna

34.  Movimento dei Focolari - Iglesias

35.  Movimento Nonviolento Sardegna 

36.  Non una di meno  nodo di Cagliari

37.  Odv consultiamoci 

38.  Oscar Romero Associazione di Promozione Sociale

39.  Partito Comunista Italiano - Sardegna

40.  Partito della Rifondazione Comunista della Sardegna

41.  Potere al Popolo Sardegna

42.  Quartu No Tyrrhenian Link

43.  Rete Insegnanti Sardegna

44.  Rete Radié Resch, Associazione di solidarietà internazionale - Cagliari

45.  Rete Radié Resch, Associazione di solidarietà internazionale - Cagliari

46.  Rete Warfree - Lìberu dae sa gherra 

47.  Rivista Camineras

48.  Sa Defenza 

49.  Sardegna chiama Sardegna

50.  Sardegna Possibile 

51.  Sardigna Libera /Rete Sarda difesa Sanità Pubblica 

52.  Sardigna Natzione Indipendentzia

53.  Scuola Civica di Politica La Città in Comune

54.  Sinistra Futura Sardegna 

55.  Studio archicart@

56.  Tajrà Aps

57.  Tavola Sarda della Pace 

58.  Teatro del Sale Cagliari

59.  Terra di Canaan

60.  Theandric Teatro Nonviolento


domenica 27 aprile 2025

Ricerca di terre rare nel nord Sardegna?

Dopo la fallimentare esperienza della Marmilla, anche il Logudoro interessato dalla nuova “febbre dell’oro”. 

clicca qui per scaricare le Osservazioni inviate al ministero dell'Ambiente

E’ stato attivato presso il Ministero dell’Ambiente un procedimento di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale (VIA) inerente un permesso di ricerca minerario denominato “Sa pedra bianca”. Il permesso è finalizzato alla ricerca di minerali di Pb, Zn, Cu, Ni, Co, Sb, Sn, W, Ag, Au, Zr, Ti, Terre Rare, Quarzo e Feldspato ed interessa una vasta area di circa ha.3.135 compresa nel territorio comunale di Osilo (SS) e, in limitate porzioni, il territorio comunale di Nulvi, Cargeghe (SS) e di Ploaghe (SS). La proponente è la società Valmisa s.r.l.

Italia Nostra Sardegna è intervenuta nel procedimento con un Atto di Osservazioni inviato al Ministero dell’Ambiente gli scorsi giorni.

Nel documento si ricordano le nefaste vicende legate alla corsa all’oro in Marmilla nel decennio 1990-2020. In quella occasione l’australiana Gold Mining, una joint venture tra la Gold Mines of Sardinia Limited e con una partecipazione di una quota del 10% della Regione Sardegna attraverso la società regionale Progemisa, di cui era direttore generale l’attuale legale rappresentante di Valmisa s.r.l., aveva eseguito una vasta serie di ricerche minerarie proprio nel comprensorio territoriale oggetto della richiesta, oltre che proceduto alle estrazioni aurifere nella collina di Santu Miali in agro di Furtei. Sono a tutti note le devastazioni ambientali e il diffuso inquinamento di un’area di oltre 500 ha, che ne erano conseguiti, il cui risanamento è ancora in corso con relativi oneri a carico della Regione. 


Il disastro della miniera di Furtei

Nelle Osservazioni si fa rilevare che i cospicui dati conseguenti alle indagini geognostiche eseguite in passato consentono di disporre di un quadro conoscitivo sufficientemente ampio e sono tali da non giustificare ulteriori perforazioni. Queste ultime piuttosto che ampliare la gamma dei minerali, così come dichiarato nelle finalità della ricerca, avrebbero in realtà lo scopo di determinare con maggior precisione la concentrazione del metallo prezioso su di un ampio areale, con la finalità di convertire quest’ultimo in un distretto minerario aurifero da sfruttare. In virtù della disponibilità acquisita dei dati e della dubbia finalità dichiarata è stata eccepita l’improcedibilità della richiesta.

Sono stati poi evidenziati i potenziali danni ambientali connessi alle attività di perforazione del sottosuolo per l’accertata presenza di sostanze altamente inquinanti che potrebbero contaminare falde acquifere e strati geologici sigillati o impermeabilizzati. Per quanto concerne la soluzione prospettata nello Studio preliminare, allegato alla richiesta, di eseguire il trasporto del tout venant di scavo, derivante dalle future attività di coltivazione fuori dell’isola per eseguire i trattamenti di arricchimento, essa è stata considerata come non realistica sotto l’aspetto tecnico e come non sostenibile sotto l’aspetto ambientale.

Si è infine rilevato che tutte le attività dalle quali derivano possibili impatti ambientali in forza della Convenzione di Aarhus devono essere preceduti dall’attivazione di processi partecipativi pubblici. Nello stesso tempo, trattandosi di permessi di ricerca e di concessioni minerarie, l’art.8 della L.R. 9 agosto 2002 n.15 stabilisce che si debba procedere prioritariamente alla stipula di un’Intesa tra Regione e Comuni interessati. L’assenza di tale documento rende dunque inammissibile lo stesso procedimento di verifica. 

 Il link al portale del MASE dove trovare la richiesta presentata dalla società Valmisa srl

Tipico paesaggio della Romangia

S'Indipendente - Osilo dice no alle miniere di Terre Rare!


martedì 25 marzo 2025

Perché difendiamo la legge Regionale 20/2024 sulle aree idonee

Il governo ha impugnato la legge regionale sulle aree idonee davanti alla Corte Costituzionale. Italia Nostra Sardegna, al fine di offrire alla Consulta elementi utili alla conoscenza e alla valutazione dell'impugnazione, ha presentato una opinione scritta ai sensi dell’art. 6 “Amici curiae” delle Norme integrative per i giudizi davanti alla Corte costituzionale approvate con delibera della Corte in sede non giurisdizionale del 22 luglio 2021 e successive modificazioni.

Link per visionare e scaricare il documento integrale

Link per visionare il ricorso del Governo 




Lo scorso dicembre la regione Sardegna, unica regione italiana, si è dotata di una legge sulle aree idonee ad ospitare impianti industriali per la produzione di energia da fonte rinnovabile, regolamentando e tutelando in tal modo il territorio e limitando l’imatto negativo di questi impianti su paesaggio e aree rurali di pregio.

La legge regionale n. 20/2024 emanata in base alle disposizioni nazionali ed europee, ha come obbiettivo quello di pianificare il territorio stabilendo quali aree possono essere interessate dall’installazione di questi impianti impattanti e quali invece devono essere tutelate e salvaguardate. Purtroppo il governo italiano, oltre ad aver impugnato la legge davanti alla corte costituzionale, continua imperterrito ad approvare progetti in aree ritenute iniidonee dalla norma regionale. Autorizzazioni che giustamente la Regione sta impugnando davanti al giudice amministrativo.

Italia Nostra Sardegna, pur ritendo che la legge contenga diverse criticità e molti punti deboli e che per questo andrebbe rivista e migliorata, la considera uno strumento estremamente utile per la salvaguardia del territorio in quanto rappresenta un argine alla speculazione energetica che stava trasformando l’isola in un vero e proprio hub energetico al servizio di interessate multinazionali occultate dietro insignificanti società a responsabilità limitata.

Per tale motivo i giorni scorsi l’Associazione, in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale,  ha presentato un parere ad opponendum con il quale chiede alla Consulta il non  accoglimento delle eccezioni di incostituzionalità sollevate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri avverso la L.R. 20/2024.

La LR 20/2024 è stata infatti emanata nel pieno rispetto della legge di delegazione europea n. 53/2021 che assegna alle Regioni il processo programmatorio di individuazione delle aree idonee. La norma regionale infatti, oltre a privilegiare “… l'utilizzo di superfici di strutture edificate, quali capannoni industriali e parcheggi, e aree non utilizzabili per altri scopi, compatibilmente con le caratteristiche e le disponibilità delle risorse rinnovabili” ha inserito numerose fattispecie non previste dalla legge 53/2021, eccedendo, probabilmente, nella individuazione delle aree idonee.

È inoltre abbastanza chiaro che la norma non trasgredisce le direttive europee in quanto rispetta i parametri di potenza installabile pur arbitrariamente assegnati alla Sardegna al 2030 ed è stata emanata in coerenza con le competenze statutarie riconosciute alla Regione Sardegna dall’art. 5 dello Statuto Speciale in quanto ha semplicemente adattato alle sue particolari esigenze le disposizioni della legge 53/2021 e delle successive norme attuative. 


La stessa Consulta riconosce alle Regioni il potere di adottare, nei limiti nell’ambito delle competenze concorrenti, “una disciplina che sia maggiormente rigorosa … rispetto ai limiti fissati dal legislatore statale, proprio in quanto diretta ad assicurare un più elevato livello di garanzie per la popolazione ed il territorio interessati”.

Italia Nostra Sardegna ha nel contempo chiesto alla Corte la verifica di costituzionalità del D.lvo 199/2021 e del successivo decreto MASE del giugno 2024 in quanto norme emanate dal governo in palese contrasto tra norma delegata e norma delegante, in violazione indiretta dell’art. 76 della Costituzione per esorbitanza dell’oggetto della delega. 

Con gli articoli 20 e 23 del D.lvo 199/2021 il governo italiano ha ecceduto nell’imporre limiti al potere legislativo e di controllo del territorio da parte delle Regioni. Infatti la tardiva adozione del D.lvo e le successive norme di attuazione che avrebbero dovuto regolamentare l’installazione degli impianti FER e contestualmente tutelare il territorio, sono state adottate oltre tre anni dopo l’emanazione della legge delega e con ben 32 mesi di ritardo rispetto ai 6 mesi imposti dalla stessa legge. Questo ritardo, assieme al divieto di moratorie, ha impedito alle Regioni di adottare norme di tutela del territorio e di avviare con urgenza, considerata l’emergenza in atto, una seria pianificazione territoriale funzionale all’individuazione delle aree idonee ad ospitare gli impianti industriali per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. 

Insomma l’azione del governo italiano è stata assolutamente negligente consentendo, per quattro lunghi anni, una deregulation dei territori agricoli sardi e italiani e imponendo l’insediamento di impianti industriali nelle aree agricole a tutto discapito delle attività agricole e dello straordinario patrimonio paesaggistico.


sull'argomento

ANSA - Sardegna: Cdm impugna la legge sulle aree idonee per rinnovabili

TGR Sardegna - Aree idonee, il governo impugna la legge sarda""Viola tre articoli della Costituzione"

PV Magazine - Aree idonee Sardegna, la solitudine dei decisori primi

Gazzetta Sarda - Sardegna, aree idonee: perchè difendere la legge regionale 20/2024 contro la deregulation energetica

La Nuova Sardegna - Ecco perchè il governo ha impugnato la legge sulle aree idonee: tutte le contestazioni

Manifestazione del 30 agosto contro la speculazione energetica