lunedì 4 novembre 2024

La finta bonifica della penisola “Delta” nel poligono militare di Capo Teulada

“Prioritaria è la salvaguardia dei beni  paesaggistici  e naturali. Tutto il resto viene dopo e qualunque ipotesi di cambiamento o di sviluppo va rigorosamente subordinata a questi valori.”

Antonio Cederna

La penisola Delta: SIC e bersaglio


La protezione degli ecosistemi, sempre più minacciati dalla progressiva consumazione del territorio in condizioni di naturalità, è uno dei tanti temi su cui si concentra l'azione di Italia Nostra.

Mentre cresce nella popolazione la consapevolezza che l’ambiente è un bene comune necessario alla piena esplicazione della persona umana, tendenzialmente scarso, non riproducibile illimitatamente e già gravemente compromesso al limite del punto di non ritorno, in controtendenza, settori della società, dell’economia e delle amministrazioni continuano a coltivare l’atteggiamento del consumo, della distruzione e della privatizzazione delle risorse naturali, dei beni paesaggistici e dell’ambiente in generale, perseguendo o consentendo lo sfruttamento e l’accaparramento di quello che è un bene comune da godere tutti quanti e da trasferire alle future generazioni.

L'autorizzazione alla rimozione di ordigni bellici all'interno del poligono militare di Capo Teulada ne è la conferma.

Lo scorso 10 agosto il Servizio Valutazione Impatti e Incidenze Ambientali della Regione Sardegna ha rilasciato l’autorizzazione al Comando Militare dell’Esercito Sardegna per avviare il recupero dei residuati di esercitazione della Penisola “Delta” del poligono permanente di Capo Teulada, con lo scopo dichiarato di riprendere a bombardarla al termine delle operazioni.

L’area interessata dalla bonifica è inserita nella Rete Natura 2000 tra le Zone Speciali di Conservazione (ZSC ITB 040024 “Isola Rossa e Capo Teulada”) per la presenza di importante biodiversità e di specie botaniche e faunistiche da tutelare. Nonostante fosse un’area sensibile sotto l’aspetto naturalistico, essa è stata utilizzata per settanta anni come bersaglio per esercitazioni militari, è stata colpita da milioni di proiettili, missili e razzi (alcuni radioattivi perché contenenti torio) tanto da essere dichiarata non bonificabile e interdetta a qualsiasi attività. Solo nel 2017 i bombardamenti sono cessati in seguito all’inchiesta della Procura di Cagliari. 


Per poter riprendere le esercitazioni e utilizzare nuovamente la penisola come bersaglio il Comando Militare ha presentato alla Regione una richiesta per il recupero dei residuati bellici. Richiesta priva di un progetto e di un programma, che interessa solo una minima parte dell’area devastata, e non prevede nessun intervento sul mare dove giacciono migliaia di proiettili, molti dei quali inesplosi, né prevede la bonifica degli inquinanti chimici e radioattivi presenti.

Si tratta infatti di un intervento di bonifica della Penisola Delta inadeguato ed inefficace per la tutela degli habitat e delle specie protette ancora presenti. Dalla superficialità della proposta si capisce che interesse delle Forse Armate è soprattutto quello di chiudere il contenzioso per la mancata bonifica dell’area e per la procedura di infrazione della Commissione Europea per la mancata istituzione della Zona di Protezione Speciale (ZSC) a Capo Teulada. E poter quindi riprendere i bombardamenti sospesi.

Una finalità chiaramente inaccettabile, visto che sono stati proprio i bombardamenti ad aver distrutto gran parte degli habitat presenti e ad aver ridotto ad una landa desolata gran parte della superficie della Penisola Delta.

Numerose associazioni, sindacati e comitati sono intervenuti nella procedura di V.Inc.A. (la Valutazione di Incidenza Ambientale) sollevando perplessità e denunciando questa falsa bonifica.

A nulla è servito segnalare l’assenza di un progetto operativo di bonifica cosí come previsto dal D.Lgs. 152/2006, cosí come non sono state accolte le richieste di conoscere gli interventi da effettuare nel sito, le tecnologie applicabili, le misure di mitigazione e di compensazione, i costi ed i tempi previsti per la bonifica. Ad agosto è stata comunque concessa un’autorizzazione per una non definitiva e “discutibile bonifica”. Una operazione che, così come è stata autorizzata, rischia oltretutto di mettere in pericolo gli operatori coinvolti e di creare ulteriori danni all’ambiente.

Per impedire questa “non bonifica” e auspicare un serio recupero dell’area devastata dai bombardamenti, i giorni scorsi lo studio legale degli avvocati Pubusa, su incarico di ASSOTZIU CONSUMADORIS SARDIGNA e di UNIONE SINDACALE DI BASE (USB) PER LA SARDEGNA, ha presentato un atto di impugnazione del provvedimento regionale davanti al TAR Sardegna. 

Immagine presa da Città Nuova


Obbiettivo dei ricorrenti e delle associazioni, tra le quali Italia Nostra Sardegna, e i portatori di interesse che sostengono l’iniziativa è quello di riaprire la procedura a seguito dell’eventuale accoglimento del ricorso da parte del TAR Sardegna affinché si avvii un funzionale progetto di bonifica del SIC, si attivi una adeguata valutazione sulle interferenze con le specie faunistiche e su tutte le specie protette presenti nell’area e che, a seguito della bonifica, la ZSC ITB040024 ISOLA ROSSA E CAPO TEULADA e l’intera penisola Delta non siano più interessate da esercitazioni che prevedono l’uso di ordigni e di mezzi militari, ma venga assicurata la sua destinazione definitiva ad area di tutela della biodiversità e conservazione della flora, della fauna e di tutti gli habitat tutelati; come previsto per tutti i siti inseriti nella rete europea Natura 2000.

sull'argomento

Italia Nostra Sardegna - Tutela dell'ambiente o poligoni militari? Il caso della Penisola Delta a Capo Teulada

Italia Nostra - La Penisola "delta" deve essere bonificata e non più bersaglio per giochi di guerra

Il giornale dell'ambiente - "Disastro ambientale" Cinque generali a giudizio per Capo Teulada


venerdì 27 settembre 2024

Le Domus de Janas sito UNESCO


Il 30 agosto a Sassari, nella Sala Angioy della Provincia di Sassari, si è tenuta l’assemblea degli Stakeholders, rappresentanti degli Enti - pubblici e privati - e delle Associazioni del Terzo Settore, che hanno sottoscritto il protocollo d’intesa per la presentazione della candidatura per il riconoscimento UNESCO come patrimonio dell’umanità, del sito seriale “Arte e Architettura nella Preistoria della Sardegna. Le domus de janas”.

Gli studi condotti lungo l’intero arco della lunga carriera universitaria da parte della prof.ssa Giuseppina Tanda, costituiscono la premessa scientifica del progetto, che approderà alla valutazione finale da parte dell’UNESCO nell’estate del 2025 in Bulgaria. L’accademica, oltre ad essere l’ideatrice della proposta, in qualità di Presidente del Centro Studi Identità e Memoria (CeSim) ne è anche la guida nel lungo e non facile percorso iniziato nel lontano 2018, che ha portato alla redazione di un voluminoso dossier, trasmesso tramite l’ambasciatore italiano UNESCO a Parigi e valutato positivamente dagli organismi consultivi internazionali.

I beni candidati costituiscono l’emblema di una cultura materiale, unica per le sue peculiarità, della Preistoria della Sardegna sviluppatasi nel corso di tre millennidal V al III a. C. I 26 monumenti inclusi nel sito seriale sono rappresentativi dell'ipogeismo e del megalitismo isolano e le domus de janas, in particolare costituiscono la più alta espressione culturale di quella lontana società neolitica, che traeva ricchezza da un’economia produttiva basata sull’agricoltura e l’allevamento.

 

Il ruolo delle Comunità

Uno degli aspetti più significativi e complessi del progetto è stato il coinvolgimento delle Comunità dei territori in cui ricadono i beni monumentali costituenti il sito seriale e il non facile coordinamento dei numerosi soggetti pubblici e privati che hanno a vario titolo contribuito alla felice riuscita dell’iniziativa.

A testimoniare tale complessità di aggregazione era la presenza nella sala Angioy delle numerose istituzioni pubbliche (Ministero della Cultura, Regione, Provincie, Comuni, Segretariato Regionale del MIC e Soprintendenze, Direzione regionale Musei Sardegna, Università e Camere di Commercio di Cagliari e Sassari), e di figure professionali di altissimo livello che hanno fornito un rilevante contributo scientifico. Il CeSim ha anche convocato i rappresentanti delle Associazioni del Terzo Settore che hanno dato il patrocinio e che collaborano per la promozione del progetto, tra le quali Italia Nostra Sardegna.

I lavori sono stati introdotti dalla prof.ssa Tanda, che ha illustrato i contenuti scientifici del progetto e riassunto l’articolato percorso tecnico-amministrativo necessario per accedere alla candidatura. Si è poi passati alla esposizione del complesso Piano di Gestione, redatto dallo Studio Fitzcarraldo, che assicurerà nel tempo la conoscenza, la valorizzazione e la tutela dei beni culturali in questione, garantendone un’ampia fruizione. Come hanno ben illustrato Gian Paolo Cossu del CeSim e i progettisti del piano, si tratta di uno strumento tecnico di estrema complessità che tenendo conto della distribuzione dei siti su di un’area a scala regionale, intende evidenziarne la specificità territoriale e nello stesso tempo comporre un quadro culturale omogeneo. Il Piano affronta con rigore scientifico le tematiche della tutela, conservazione e valorizzazione formulando indirizzi e proponendo soluzioni, nell’ottica di coniugare una sostenibilità fruitiva con il ruolo di attrattori economici per i territori che li custodiscono.

 


Contributi di Comuni, Regione, Soprintendenze e ICOMOS

L’assessora alla cultura Raffaella Sanna del Comune di Alghero, Ente capofila e coordinatore dei 24 Comuni partecipanti al progetto, ha aperto gli interventi illustrando il contributo degli Enti locali nella redazione del dossier di presentazione, gli effetti positivi delle sinergie istituzionali, il ruolo che le Comunità andranno a svolgere nella gestione del progetto.

Gli assessori regionali alla Cultura (Ilaria Portas) ed al Turismo (Franco Cuccureddu), intervenuti in rappresentanza della Presidente Alessandra Todde, hanno evidenziato il ruolo di primo piano che la Regione ha svolto e intende continuare a svolgere in termini di sostegno economico e supporto tecnico. In particolare Ilaria Portas ha espresso l’intendimento della Regione di voler inserire l’intero sito seriale in un percorso formativo scolastico nei vari gradi di istruzione, affinché presso le giovani generazione si incrementi il livello di conoscenza della storia sarda soprattutto per gli aspetti della cultura materiale. L’assessore Franco Cuccureddu ha sottolineato l’impegno regionale a costruire e divulgare proposte di percorsi conoscitivi innovativi al fine di indirizzare i flussi turistici verso le aree interne.

Di rilevante interesse, dopo il saluto del Segretario regionale Elena Boldetti, la sintesi offerta da Patrizia Tommasetti (Segretariato regionale del MIC) sugli interventi di conservazione, scavo e restauro programmati e in corso sui siti archeologici inseriti nella tentative list  Unesco grazie al piano strategico “Grandi Progetti Beni Culturali”, finanziato con specifici contributi ministeriali.  

All’unisono si sono poi espresse Monica Stocchino e Isabella Fera dirigenti delle Soprintendenze di Cagliari e Sassari sul convinto sostegno ed impegno degli uffici per la candidatura come pure il prorettore dell’Università di Cagliari Fabrizio Pilo e la docente Donatella Fiorino, quest’ultima responsabile della redazione delle schede sintetiche sullo stato di conservazione dei beni e delle Linee guida per i restauri.     

L’intervento del valutatore ICOMOS, Jose Simon Gornes Hacero, ha costituito uno dei momenti centrali dell’assemblea. L’alto funzionario ha esposto le motivazioni che assicurano alla candidatura un’elevata possibilità di successo, esprimendo apprezzamento per il lavoro svolto, per la complessità e ampiezza territoriale del progetto, per il suo alto valore scientifico. 

Gli stakeholders

Ha poi, secondo la prassi UNESCO, richiesto agli Stakeholders presenti di esprimersi in merito ad una serie di domande che sono state formulate, al fine di accertarne i vari campi di competenza e ricevere esplicita conferma dell’impegno a sostegno all’iniziativa. Sono quindi intervenuti i portatori di interessi i quali hanno sinteticamente illustrato gli ambiti di intervento in cui avrebbero trovato collocazione le loro future attività.

In particolare il presidente di Italia Nostra Sardegna, Mauro Gargiulo, ha confermato il consolidato impegno dell’Associazione nel campo della promozione e diffusione di conoscenza in sede regionale e nazionale del patrimonio culturale sardo, ha ribadito sia la volontà dei soci a progettare iniziative in tal senso, sia la disponibilità ad essere parte attiva nelle Azioni previste dal Piano di gestione. Ha sottolineato la peculiarità del valore identitario che i Beni culturali candidati conferiscono al paesaggio sardo, la cui fragilità appare messa a dura prova dall’assenza totale di una governance nel campo delle energie rinnovabili. Ha infine auspicato che la presenza del vasto patrimonio monumentale, compreso in un arco di tempo plurimillenario dal neolitico al medioevo e in così intima fusione con l’unicità del contesto naturalistico, possa nel futuro essere ritenuto meritevole del riconoscimento UNESCO ed essere accolto nella sua interezza sotto l’egida della sua protezione.  

 


Conclusioni

Ha chiuso i lavori il rappresentante d‘Italia presso UNESCO l’Ambasciatore Liborio Stellino, il quale ha evidenziato la peculiarità del progetto sardo rispetto ad altre pur meritevoli candidature. Infatti la quasi totalità delle proposte avanzate si concentra in genere sulla valenza di un singolo attrattore di rilievo, che funge da catalizzatore unico della richiesta di riconoscimento, mentre nel caso del progetto seriale “Arte e Architettura nella Preistoria della Sardegna. Le domus de janas”, sono ben 26 i monumenti coinvolti e distribuiti sull’intero territorio regionale. L’unicità del progetto sardo dunque si sostanzia nel rapporto di intima connessione tra monumenti, contesti e Comunità, cogliendo la complessità sistemica dell’area vasta. Questa peculiarità progettuale suscita favorevoli auspici ai fini del riconoscimento UNESCO.

Si tratterebbe di un’occasione storica per la Sardegna, che per ora ha un numero esiguo di siti UNESCO rispetto al suo sterminato patrimonio culturale. L’inserimento nella lista dei beni ritenuti patrimonio dell’umanità, oltre ad avere una risonanza internazionale, sancirebbe la presa d’atto della centralità del ruolo svolto dalla Sardegna, attraverso i millenni, nel bacino del mediterraneo, riconoscendo alle sue testimonianze preistoriche quella funzione di originale rielaborazione e trasmissione delle manifestazioni culturali che dall’Oriente rifluivano verso il continente europeo.

 

 sull'argomento

Cagliari Magazine - Le Domus de Janas candidate a sito UNESCO

AGI - La candidatura delle "Domus de Janas"sarde a patrimonio UNESCO

TGr - Le Domus de Janas candidate ufficialmente a diventare patrimonio UNESC

giovedì 26 settembre 2024

La pianificazione delle aree idonee vada di concerto con la pianificazione energetica e paesaggistica


Ieri 25 settembre 2024 Italia Nostra Sardegna è stata audita dalla IV e V Commissione permanete del Consiglio Regionale il merito al Disegno di Legge 45 recante "Misure urgenti per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile, e per la semplificazione dei procedimenti autorizzativi" approvato con deliberazione n. 36/1 del 19.09.2024. 

L’Associazione ha inviato una serie di proposte e richieste di emendamenti sul DdL (clicca qui per scaricare le osservazioni presentate) con il quale ha evidenziato l’importanza del documento pianificatori chiesto da numerosi anni da Italia Nostra e da Comitati e cittadini riconoscendo estremamente positiva la tempestività con la quale la Giunta Regionale e il Consiglio si stanno occupando della pianificazione urbanistico-energetica finalizzata alla regolamentazione del territorio sardo insidiato dalla speculazione energetica. Tale pianificazione assume maggior rilevanza anche in considerazione del fatto che la Sardegna è la prima regione italiana a legiferare in tal senso e può quindi diventare importante punto di riferimento per altre regioni italiane interessate dallo stesso fenomeno.

L’associazione ha auspicato medesima solerzia nella pianificazione energetica e urbanistica al fine di soddisfare le esigenze della comunità sarda e liberarla finalmente dai combustibili fossili, compreso il metano, e dalle emissioni climalteranti e garantire una compiuta democrazia energetica. 

Manifestazione del 30 agosto a Cagliari

Queste in sintesi le osservazioni, le richieste e gli emendamenti proposti:

·      Valutazione Ambientale Strategica e cartografia

La normativa italiana ed europea prevede che i piani e i programmi che possono avere impatti significativi sull'ambiente e sul patrimonio culturale debbano essere assoggettati a VAS. Una metodologia che garantisce la partecipazione democratica e il coinvolgimento reale delle comunità e delle autonomie locali alle scelte che riguardano i propri territori.

Si è inoltre chiesto che la legge sia corredata da opportuna cartografia al fine di poter verificare quali aree risultino protette e quali possano essere interessate da impianti FER. La richiesta è quella di aggiornare la già esistente mappa interattiva della Sardegna sulle aree idonee ad ospitare fonti  energetiche rinnovabili

 ·      Normare anche le aree “ordinarie”

Anche al fine di evitare che nelle aree ordinarie si possano realizzare interventi vietati in alcune aree idonee e di evitare che gli interventi su tali aree si realizzino prioritariamente che sulle aree idonee si è chiesto di adottare una norma che preveda esplicitamente il blocco temporaneo delle richieste che interessano aree ordinarie e la priorità nel rilascio delle autorizzazioni per le aree idonee fino al completamento delle richieste autorizzative.

  ·      Siti interessati dalla presenza di beni culturali in assenza di vincolo

Le aree interessate da progetti di impianti di produzione da FER risultino caratterizzate dalla presenza di edifici e manufatti di valenza storico culturale non vincolati ai sensi del dlsg 42/2004, prima dell’inizio del procedimento autorizzativo deve essere attivato presso la Soprintendenza competente per il territorio il procedimento di verifica dell’interesse culturale e di dichiarazione dell’interesse culturale.

·      Connessioni a terra degli elettrodotti marini

Vincolare la realizzazione delle connessioni a terra degli impianti off-shore e la realizzazione delle opere di connessione tramite elettrodotto con il continente solo successivamente alla definitiva approvazione del Piano di Gestione dello Spazio Marittimo “Tirreno-Mediterraneo Occidentale” e delle specifiche misure spaziali a carattere prescrittivo che tengano conto delle ricadute in tema di paesaggio, pesca, turismo e governo del territorio, cosí come previste dall’art. 23 del D.Lgs. 199/2021.

 ·       Consentire eventuale deroghe ai soli impianti utili alle comunità energetiche rinnovabili

Al fine di evitare che impianti invadenti ed impattanti si possano installare in aree di tutela ambientale di pregio paesaggistico o archeologico per volontà di un sindaco o un’amministrazione comunale si ritiene che le eventuali deroghe siano consentite solo per la realizzazione delle CER. 


 ·      Aree stradali di alto interesse paesaggistico

Limitare le aree idonee alle aree di rispetto prospicienti i percorsi di strade statali e provinciali di scarso interesse paesaggistico, alle aree a parcheggio e piazzole di sosta, escludendo dalle aree idonee le infrastrutture stradali di alto interesse paesaggistico.

 ·      Fidejussioni, Agenzia Regionale dell’Energia, PPR e PEARS

Si condivide l’obbligo della fidejussione, l’istituzione dell’Agenzia regionale dell’energia e la necessità di aggiornare il Piano paesaggistico regionale attraverso uno studio puntuale anche per le zone interne (PPR), mentre si suggerisce di adottare un nuovo Piano energetico ambientale della Regione Sardegna (PEARS), considerato che il Piano vigente – basato su carbone e gas - ha presentato numerose criticità già all’atto della sua emanazione. 

Qui il documento completo presentato alle commissioni permanenti

sull'argomento

dal blog Italia Nostra Sardegna

Proposte operative revisione disciplina rinnovabili

Questa non è la transizione che serva alla Sardegna

Il paesaggio non può essere devastato dalle pale eoliche: lo stabilisce il TAR della Sardegna

Strategie energetiche per la Sardegna

Aggressione senza precedenti a monti e pianure della Sardegna







martedì 10 settembre 2024

Contributo tecnico di Italia Nostra Sardegna al processo di pianificazione energetica dell’isola

Nell’ambito del processo di elaborazione del disegno di legge regionale per le Aree Idonee ed in ottemperanza a quanto previsto dalla normativa vigente, l’Assessorato all’Urbanistica, in qualità di Coordinatore della Cabina di Regia per le Aree Idonee, ha tenuto una serie di incontri al fine di accogliere i contribuiti dei vari portatori di interesse. 


Italia Nostra Sardegna è stata convocata in data 22 agosto alle ore 17,00 insieme ad altre Associazioni ambientaliste (LIPU, GRIG, FAI, LEGAMBIENTE, WWF) e due Comitati (Oristano e S.Antioco). Nel giorno precedente si era tenuto un analogo incontro con altri Comitati.  Erano presenti da parte regionale gli assessori agli Enti Locali, ai Beni Culturali ed agli Affari Generali oltre il Capo di Gabinetto della Presidenza e alcuni consulenti.

L’assessore Spanedda ha introdotto l’argomento facendo il punto sulla normativa. Per coloro che non siano edotti in materia ricordo che il dlgs199/2024, che recepisce in sede nazionale la Direttiva europea 2018/2001 (RED II), stabilisce all’art.20 che a seguito di un decreto MASE (sottoscritto poi in sede di conferenza unificata Stato-Regione in data 21.06.2024) alle Regioni sarebbe spettato il compito di varare una legge per la definizione delle aree idonee ad accogliere gli impianti di produzione di energia da rinnovabili al fine del raggiungimento degli obiettivi di potenza da installare come previsti dal PNIEC (80 GW per l’Italia, di cui 6,26 GW spettanti alla Sardegna).

L’assessore ha illustrato le problematiche più rilevanti connesse ad una normativa di inedita complessità. Si tratta infatti di far convergere in un unico strumento normativo contenuti urbanistici ed energetici nell’intento di ottemperare all’obbligo del raggiungimento degli obiettivi UE e nel rispetto della tutela dei valori paesaggistici e culturali del territorio. Ha precisato che gli uffici regionali erano impegnati all’elaborazione della documentazione e che la riunione aveva l’intento di accogliere i contributi dei portatori di interesse di cui tener conto nella redazione della normativa in fieri. Ha infine concluso assicurando che è intendimento della Regione di evitare il sacrificio di ulteriore territorio agli impianti FER. 


Si è svolto quindi un primo giro di consultazioni che ha trovato concordi le Associazioni nel confermare la propria disponibilità a fornire il proprio contributo, pur nella diversità delle rispettive posizioni che vanno dalla prospettiva di ampia liberalizzazione assunta da Legambiente alla richiesta di una cogente regolamentazione invocata da Italia Nostra, GRIG e LIPU. In particolare ê stata evidenziata da Italia Nostra Sardegna l’esigenza di sciogliere nodi pregiudiziali, quali la messa a disposizione di un esaustivo monitoraggio degli impianti e delle autorizzazioni, nonché l’obbligo a TERNA di ufficializzare le informazioni inerenti la capacità della rete di sostenere la transizione. Da tutti è stata avanzata la richiesta di poter disporre almeno di una prima bozza da parte dell’assessorato regionale per poter pronunciarsi nel merito con cognizione di causa. LIPU e GRIG hanno presentato in quella sede memorie scritte, mentre Italia Nostra Sardegna si è riservata di trasmetterle a stretto giro (come avvenuto in data 25 c,m.). Si riportano di seguito in estrema sintesi le considerazioni avanzate da Italia Nostra Sardegna ed esposte con ulteriori precisazioni nel documento scritto.

a)  Necessità di una localizzazione delle aree idonee a cui attribuire un carico di potenza e una tipologia di impianto. Le aree idonee sono quelle individuate dal comma 8 dell’art.20 del dlgs 199/24 ovvero coperture di edifici, parcheggi, strutture lineari, aree industriali, ecc. sulle quali poter installare pannelli fv.

b)    Individuazione e perimetrazione di tutti i BBCC e le aree naturali protette con zone buffer di 7 km estensibili in funzione della tipologia dei giacimenti culturali e ambientali

c)     Non individuare aree ordinarie che potrebbero essere interessate da aggressioni speculative.

d)     Ricorso e massima valorizzazione dell’idroelettrico 

e)  La quota di potenza assegnata alla Sardegna al 2030 deve essere considerata come tetto massimo di potenza autorizzabile e se non negoziabile al ribasso deve ritenersi comprensiva dell’aliquota che oggi compete alle fossili. Nessun incremento di potenza al 2050.

f)      Massima diffusione delle comunità energetiche

g)     Obbligo di assoggettabilità a VAS della legge regionale varata ai sensi del DM MASE del 02/07/2024 e solo a seguito di un risultato positivo della Valutazione Ambientale la legge potrà essere applicata

h)     In considerazione dell’impugnazione della moratoria adozione di una Delibera di Giunta del tipo di quella adottata dalla Giunta Soru in occasione del PPR, che consenta il blocco di tutte le installazioni ed autorizzazioni inerenti gli impianti FER \in modo da assicurare la salvaguardia del territorio in attesa del varo delle nuove norme urbanistiche e paesaggistiche.



Il link per consultare il contributo tecnico di Italia Nostra Sardegna al processo di pianificazione energetica dell’isola 


sull'argomento

L'Indipendente - Speculazione energetica, l'associazione Italia Nostra ricorre all'UE contro il governo

Grig - Confronto sulla prossima normativa regionale sulle aree idonee/inidonee per impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili

La Nuova - Bosa, progetto eolico offshore: dibattito contro le speculazioni



Immagini della imponente manifestazione del 30 agosto a Cagliari contro la speculazione delle rinnovabili