Già nel 2016, Bachisio Bandinu nel suo libro “Noi non sapevamo” ci ricorda che la Sardegna è sempre in ritardo nel leggere i segni dei tempi.
Basta osservare gli eventi degli ultimi cinquant'anni per fare una dolorosa constatazione: turismo, industrializzazione, servitù militari, lingua, cultura e istruzione. Tutte le scelte fatte in questi anni in Sardegna hanno portato all’impoverimento delle comunità, alla distruzione dell’ambiente e del territorio, a una situazione sanitaria catastrofica, con la presenza di patologie nella popolazione davvero preoccupanti.
La mappa della SNAM sugli impianti del gas previsti per la Sardegna |
Anche la scelta del gas, arriva in Sardegna fuori tempo massimo e, soprattutto, non è una risposta ai cambiamenti climatici. È l’esatto contrario.
La decisione di installare una nave per la rigassificazione e lo stoccaggio a Portovesme, ma vale anche per quella che si vorrebbe piazzare a Porto Torre, significa:
- Spendere ingenti capitali per realizzare una infrastruttura inutile e dannosa per l’ambiente;
- Spostare di almeno 30-40 anni la data per l’abbandono dei combustibili fossili (bisogna pur ammortizzare i costi dell’infrastruttura);
- Non porre più fine a un settore industriale che assorbe tutte le nostre risorse (il Sulcis Iglesiente è indicata tra le province più povera d’Europa), che condizione e impedisce qualsiasi altra attività, che è priva di futuro;
- La costruzione di un’altra Centrale Termoelettrica;
- Mettere a repentaglio la sicurezza e la vita di una comunità;
- Contribuire al processo di riscaldamento climatico globale.
La Golar Artic, la nave gassier che verrà trasformata in FRSU e ormeggiata nel porto di Portovesme |
Purtroppo registriamo che oggi il settore energetico della Sardegna è governato dal caos, da un vero e proprio Far West.
Stiamo pagando il prezzo della totale assenza di una politica energetica, di una politica pianificatoria. L’aver lasciato al mercato fare scelte che appartenevano alla politica ci ha portato in questo stato e ci troviamo oggi assolutamente impreparati a gestire questa delicata e difficile crisi energetica e ambientale.
Alla luce degli eventi internazionali e delle speculazioni in atto, non si può certo dire che il gas è la soluzione migliore, più conveniente. Basti pensare che il prezzo del gas a MWh è decuplicato rispetto a pochi mesi fa.
Noi siamo convinti che siano maturi i tempi per superare la fase del carbone e del gas in Sardegna. Che il futuro è rinnovabile se liberato dalla speculazione energetica e dai mega impianti che devastano il paesaggio e l’economia.
In occasione degli incontri al MiSE sul phase out della Sardegna abbiamo preparato una relazione che dimostra la possibilità di liberarsi da subito dei combustibili fossili e di trasformare la Sardegna nella prima isola europea CO2 free.
Vedi
Osservazioni di Italia Nostra Sardegna contro l'impianto flottante di rigassificazione
Sardegna: “Isola zero CO2, phase out 2025”
sull'argomento
Italia Nostra Sardegna
- Rete del gas in Sardegna: l'inutilità di un'opera
- Un Piano Energia tutela dell'ambiente, del paesaggio e dei beni comuni
Nessun commento:
Posta un commento