Nel rispetto dell’etica del pacifismo ambientale le Associazioni Ambientaliste della Sardegna si oppongono con la forza delle proprie convinzioni all’esproprio dei Beni culturali e materiali.
Con una accorata lettera al
sottosegretario del Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo,
on.le Ilaria Borletti Buitoni, le Associazioni ambientaliste della Sardegna
Italia Nostra, FAI, LIPU e WWF, hanno informato il Ministero e l'Osservatorio
Nazionale per la Qualità del Paesaggio sugli irreversibili danni al paesaggio
agrario e al patrimonio socio culturale che l'installazione delle Centrali
Termodinamiche Solari comporterebbero per l'intera pianura del Basso Campidano.
Le Centrali elettriche che alcune
multinazionali intenderebbero installare in Sardegna interessano circa 500 ettari di terreni irrigui
pianeggianti, oggetto in passato di molteplici interventi di bonifica e
regimazione delle acque, che ospitano prospere aziende a conduzione familiare
di allevamento ovino e bovino, nonché colture anche di pregio (olivi, alberi da
frutto, cereali). Si tratta di due impianti industriali che, se realizzati, comporteranno
(attraverso invasive fondazioni costituite da decine di migliaia di pali
profondi fino a mt. 30) sconvolgimenti
del sottosuolo, alterazioni dell’attuale morfologia del territorio, la
installazione di quasi 1.500.000 mq di specchi parabolici, la realizzazione di
enormi serbatoi, strutture edilizie e scambiatori termici. Un intervento che di fatto causerebbe
l’irreversibile degrado delle matrici ambientali e muterebbe un vasto paesaggio
agrario in un’indifferenziata distesa di strutture e infrastrutture
industriali.
Si pretende di fondare le ragioni
dell’intervento sulla necessità di incrementare la produzione di energia
elettrica da FER, tesi senza costrutto
ove si pensi all’eccesso di produzione dell’energia elettrica rispetto ai
consumi sardi (oltre il 50%) e del già raggiunto e ormai raddoppiato obiettivo
del burden sharing, fissato per la Sardegna al 2020. Obbiettivo di cui siamo
orgogliosi e che potrebbe anche incrementarsi progressivamente negli anni se
venisse incentivata l'autoproduzione delle FER, i cosiddetti prosumer, anzichè
gli speculatori. Unica condizione per trasformare la Sardegna in un'isola CO2
free.
Le Associazioni lamentano inoltre i
soprusi che si stanno premeditando ai danni di allevatori ed agricoltori sardi,
colpevoli solo di amare la loro terra, di difendere il loro diritto al lavoro,
di rifiutare offerte di rendite parassitarie! Una normativa ambigua,
emergenziale e iniqua consentirebbe infatti a privati, in forza del loro potere
economico e della surrettizia dichiarazione di pubblica utilità delle opere,
di espropriare ai Sardi quei terreni che
essi hanno ricevuto dai loro padri, che hanno irrigato col loro sudore e che
aspirano a tramandare ai loro figli. L’arroganza di questi nuovi colonizzatori
si è spinta al punto di irridere ai valori della cultura locale e a
preannunciare, senza il pudore del silenzio, lo stravolgimento degli attuali
legami sociali. E' bene ricordare che
solo qualche anno fa l'allora procuratore capo Mauro Mura non esitò ad
affermare che le cosiddette "rinnovabili" erano per ampia parte
l'ennesimo strumento di guadagno della malavita organizzata.
Nel corso del procedimento di VIA
Nazionale durato anni si è tentato in tutti i modi di porre un argine a queste
ripetute forme di violenza. Una valanga di Osservazioni presentate da Comitati,
Associazioni, Università, Docenti, Amministrazioni comunali, Enti pubblici,
semplici cittadini ha preso in esame e sviscerato con accuratezza e rigore
scientifico tutti gli aspetti tecnici del problema, dimostrandone in modo
inconfutabile l’insostenibilità degli impatti e smascherandone le celate
falsità. La Regione Sardegna ha espresso un esplicito e inequivocabile parere
negativo. Di pari avviso sono state le due Soprintendenze (Archelogica e
BAPSAE) competenti, in sintonia perfetta con le rispettive Direzioni Generali (Archeologica e Belle arti) del MIBACT. Veniva infatti da
esse evidenziato che i danni al paesaggio andavano a cumularsi con quelli al
patrimonio archeologico del sito, sia in modo puntuale che a scala di area
vasta. Analoghi orientamenti per i settori di competenza formulavano nelle
numerose Osservazioni e in molteplici iniziative curate da Associazioni e
Comitati tra cui il Direttore del
Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari (prof. Giuseppe Pulina) ed i
professori emeriti, di Botanica (prof. Ignazio Camarda), di Scienza e
biotecnologia Sistemi agrari (prof. Sergio Vacca), di Fisica Tecnica ed
Energetica (prof. Giuseppe Mura) per citarne solo alcuni.
Nonostante questa convergenza di
vedute, questa sintonia di opposizioni, la Commissione per il VIA Nazionale, si
è pronunciata con un incredibile parere
di compatibilità ambientale. L’opposto avviso del Ministro dei BBCC comporterà
che la decisione finale debba essere assunta, in seno al Consiglio dei Ministri.
Un copione facilmente prevedibile e il cui finale sembra peraltro scontato. E’
del tutto evidente che in palese violazione delle Direttive europee, che
ispirano il procedimento di VIA, a orientare la scelta finale non siano le
valutazioni degli impatti ambientali e le argomentazioni scientifiche, ma il
perseguimento di obiettivi di carattere economico e produttivistico.
Esistono pertanto legittimi dubbi
sulla correttezza procedurale nella conduzione della Valutazione di Impatto
Ambientale.
Per tutte queste motivazioni e perchè
si rammenti al Ministro dell’Ambiente la sua funzione di garante della tutela,
conservazione e valorizzazione dell’ambiente abbiamo sollecitato l'intervento
della Sottosegretaria Borletti Buitoni anche in qualità di presidente
dell'Osservatorio Nazionale per la qualità del Paesaggio che si auspica possa assumere un
ruolo attivo nell’impedire che venga consumato un ennesimo scempio ai danni del
Paesaggio, un Bene Culturale che, è opportuno ribadirlo, Costituzionalmente tutelato.
Abbiamo inoltre ribadito assieme
agli Allevatori, alla Comunità e Società civile tutta, la nostra ferma
determinazione a non offrirci come vittime sacrificali sull’altare degli
interessi economici, e, pur nel rispetto dell’etica del pacifismo
ambientale, ad opporci con la forza delle nostre convinzioni
all’esproprio dei nostri Beni culturali e materiali.
sull'argomento
Italia Nostra - Scempi in Sardegna del patrimonio paesaggistico: Italia Nostra ed altre Associazioni scrivono al Mibact
Sardanews - Lettera alla sottosegretaria Borletti Buitoni sugli scempi in Sardegna del patrimonio paesaggistico
Risposta Sottosegretaria Mibact
Con una dettagliata nota del 30 settembre
2016 la sottosegretaria del Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del
Turismo, on. le Ilaria Borletti Buitoni, ha risposto alla lettera inviata lo
scorso 19 settembre dalle associazioni ambientaliste della Sardegna Italia
Nostra, FAI, LIPU e WWF.
Nella risposta la Sottosegretaria
ha manifestato la massima attenzione verso i due progetti di impianto solari
termodinamici previsti nel Campidano, "entrambi
a forte impatto ambientale sia per il consumo di suolo che per i cambiamenti
che produrrebbero nella percezione e nella fruizione di questa parte di
territorio".
L'on Borletti Buitoni ha informato
le Associazioni che in questi giorni "la
Direzione Generale Belle Arti Archeologia e Paesaggio è in attesa di conoscere
i contenuti del parere di compatibilità ambientale e successivamente di essere
convocata presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per il tavolo tecnico
di confronto col Ministero dell'Ambiente per la preliminare riunione tecnica,
prima della scelta politica definitiva".
Nel condividere le preoccupazioni
delle Associazioni ambientaliste di riuscire a far valere la posizione di
contrarietà da più parti espressa, la Sottosegretaria conferma "la grande attenzione da parte degli
uffici ministeriali alla problematica e il medesimo impegno dimostrato in
questi anni".
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