Lo scorso
anno la società petrolifera texana Schlumberger chiedeva il permesso di prospezione,
e conseguente attivazione della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale,
nell’area marina “E” (una superficie di circa 20 mila km2, nella
costa nord occidentale della Sardegna). Una
massiccia e partecipata protesta a tale richiesta è stata data dalla comunità
sarda: ben 283 Atti di Osservazione sono stati presentati al Ministero
dell’Ambiente da associazioni ambientaliste, cittadini, comitati e istituzioni.
La richiesta unanime è stata quella di dichiarare l’incompatibilità ambientale
del progetto.
La
Commissione Tecnica VIA ha accolto le Osservazioni ed ha emesso un parere
negativo. Il mistero consiste appunto
nell’assenza a tutt’oggi, a 5 mesi dall’emissione del parere, del conseguente e
obbligatorio decreto ministeriale.
Che attende il Ministro dell’Ambiente a
decretare il NO alle ricerche?
Intanto a
febbraio 2015 è stata presentata un’altra richiesta per effettuare ricerche
nella stessa area marina.
Questa volta
la società richiedente è la TGS-NOPEC con sede in Norvegia, ma le tecniche di ricerca sono le medesime basate
sul metodo sismico a riflessione che utilizza come fonte energizzante i
dispositivi cosiddetti Air Gun.
Tecnologia
che dovrebbe essere bandita dai nostri mari perché fortemente nociva e di forte
pericolosità per i mammiferi marini e per l’intera fauna ittica. Infatti lo
scorso mese il Senato della Repubblica Italiana ha approvato un emendamento che
mette fuorilegge tale tecnica “Chiunque
per le attività di ricerca e di ispezione dei fondali marini finalizzate alla
coltivazione degli idrocarburi, utilizza la tecnica dell’air gun o altre
tecniche esplosive è punito con la reclusione da uno a tre anni”.
Il mistero si
infittisce sempre più. Come può il ministero dell’Ambiente attivare procedure
di VIA e eventualmente approvare ricerche off-shore per idrocarburi con l’uso
di tecniche inserite nell’ambito dei
”Delitti ambientali” e punite con la reclusione?
Italia Nostra,
intervenendo con proprie osservazioni nella procedura di VIA - oltre a chiedere
la dichiarazione di incompatibilità ambientale del progetto
proposto dalla TGS-NOPEC - ha posto questi interrogativi alla
Commissione Tecnica VIA del Ministero dell’Ambiente con un corposo dossier nel
quale sono state affrontate tutte le problematiche inerenti l’aspetto procedurale
e l’impatto ambientale che le prospezioni potrebbero creare all’ecosistema
marino e alla biodiversità presente nel mare Mediterraneo e nelle aree costiere.
Alcune delle
eccezioni tra le più rilevanti sollevate nelle Osservazioni:
Ø Indebito frazionamento della Valutazione di Impatto Ambientale: - La richiesta presentata si
riferisce alla sola prospezione geofisica 2D e 3D. Ma risulta evidente che i
dati che verranno ottenuti costituiranno il punto di partenza per futuri
probabili lavori di esplorazione diretta mediante carotaggi del fondo marino ed
estrazione degli idrocarburi. Il frazionamento artificioso delle opere e dei
progetti sottoposti a VIA rappresenta un vizio del procedimento che impedisce la valutazione dell’impatto complessivo;
Ø Sottovalutazione dell’impatto acustico delle attività di ricerca (i livelli di pressione
sonora superano di una volta e mezzo il valore limite stimato dal National
Marine Fisheries Service) e, in considerazione della pericolosità per
l’ecosistema della tecnologia utilizzata, richiesta di applicazione del Principio di precauzione, in base al quale non dovrebbe essere
effettuata la prospezione sismica, che risulta imprescindibilmente legata alla
futura estrazione di idrocarburi;
Ø Richiamo al rispetto della normativa
internazionale e nazionale in materia di emissioni acustiche sottomarine e di modalità di svolgimento delle attività
di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi;
Ø Presenza di Pelagos (il Santuario dei Cetacei) e di diversi Parchi
Nazionali e Internazionali, Aree Marine Protette e numerosi siti a tutela della
biodiversità, territori compresi nella rete Natura 2000 (SIC e ZPS);
Ø Danno
di immagine per l’attività turistica e criticità per le numerose attività
economiche esistenti lungo la
costa e nelle aree prospicienti, in particolar modo la pesca.
Ø Incompatibilità
di un impianto per l’estrazione di idrocarburi nel tratto di mare individuato:
realizzazione di un pozzo esplorativo,
costruzione di una piattaforma
permanente di estrazione, impianti per lo stoccaggio e il trasporto degli idrocarburi
con strutture a terra e ulteriore traffico navale annessi.
sull'argomento
Documentazione della procedura di VIA depositata al Ministero dell'AmbienteBlog Italia Nostra Sardegna - Incompatibilità ambientale delle ricerche di idrocarburi lungo le coste sarde
ILLA tv.it - Ricerche di combustibile. Italia Nostra fa il punto
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