Pale eoliche a Portoscuso |
La corsa all’eolico
off-shore sta ormai contagiando tutta la Sardegna; da est a ovest le coste sarde potrebbero essere segnate, in
un futuro abbastanza vicino, da una selva di altissimi pali, visibili da ogni
dove che cambieranno i tratti caratteristici del nostro paesaggio costiero.
Neppure i siti archeologici e i nuraghi vengono più rispettati (vedi l’impianto eolico proposto a Gonnesa, nell’area di Seruci, dalla Portovesme srl).
Ci si chiede come potrà
questa teoria di pale eoliche disseminate sul mare e sulle colline sarde
“rappresentare – come recita la Convenzione europea del paesaggio - la
componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni, l’espressione
della diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale e il fondamento
della loro identità”.
Per capire e eventualmente
fermare sul nascere questo ulteriore sfregio al paesaggio costiero della
Sardegna, il Consiglio Regionale Sardo di Italia Nostra ha
richiesto alle Capitanerie di Porto di Cagliari e Sant’Antioco e ai Sindaci dei
comuni che si affacciano nel Golfo di Palmas di poter prendere visione delle
pratiche (elaborati progettuali, relazioni, richieste, autorizzazioni) relative
a tutte le istanze di concessione
demaniale marittima o di autorizzazione
pervenute da parte di aziende, società o privati cittadini che intendono
realizzare impianti di generazione eolica off-shore nelle acque territoriali
della Sardegna meridionale.
Questa aggressione al
territorio e, in particolare, alla fascia costiera non va disgiunta da quella
altrettanto grave che si sta consumando in questi giorni nell’aula del Consiglio Regionale
della Sardegna con l’approvazione del cosiddetto “piano
casa”.
L’auspicio è che a
contrastare la distruzione del paesaggio della Sardegna si possano ritrovare
insieme le popolazioni locali e gli amministratori, le associazioni
ambientaliste e quelle di categoria, così come avvenuto in maniera intelligente
nella mobilitazione dell’oristanese.
L’Associazione ribadisce ancora una volta l’importanza della
produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per gli indubbi vantaggi
ambientali che ne derivano, purché gli impianti vengano localizzati nelle aree
degradate, nelle aree industriali attive o dismesse e, come recita il Piano
Paesaggistico Regionale tuttora vigente “nelle aree di minore pregio
paesaggistico e progettate sulla base di studi orientati alla mitigazione degli
impatti visivi e ambientali”.
Cagliari
14 ottobre 2009
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