Gli emendamenti proposti da Italia Nostra Sardegna
Italia Nostra Sardegna ha presentato una memoria all’8ª Commissione del Senato sull'art. 2 del Decreto Legge 175/2025 - Decreto transizione 5.0 e Aree Idonee - riguardante l’ubicazione degli impianti industriali per la produzione di energia rinnovabile, nella quale critica il decreto e l’attuale normativa sulle FER, in quanto favorisce iniziative speculative orientate all’estrazione di risorse, con ricadute negative su ambiente, paesaggio e identità locali.
La mancanza di una reale governance territoriale ha già consentito la proliferazione indiscriminata di impianti che occupano e degradano ampie superfici, mentre le numerose richieste di connessione presentate a TERNA stanno “ipotecando” ulteriormente i territori, in vista di possibili future deregolamentazioni in grado di eludere le valutazioni ambientali. I report di TERNA evidenziano inoltre una marcata sproporzione tra i nuovi progetti — in particolare quelli superiori ai 10 MW — e gli obiettivi nazionali di capacità produttiva al 2030.
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| Richieste di connessione di impianti FER |
Diverse regioni del sud Italia compresa la Sardegna possono raggiungere senza difficoltà l’obiettivo di potenza previsto dal burden sharing grazie agli impianti già autorizzati o in fase di autorizzazione, purché vengano annullati quelli situati in aree non idonee o contrari alle norme regionali. Le numerose autorizzazioni rilasciate derivano da procedure di deregolamentazione prive di pianificazione territoriale.
La memoria presentata evidenzia inoltre un forte squilibrio territoriale nella distribuzione degli impianti FER, concentrati soprattutto nel Centro-Sud, con impatti crescenti sul territorio rurale e agro-pastorale. Per questo motivo si auspica un intervento legislativo che ripristini equilibrio, tuteli le economie locali e garantisca decisioni indipendenti dalle pressioni delle lobby.
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| Richieste di connessione per la Sardegna |
Al fine di una proficua collaborazione sono stati segnalati, alla Commissione del Senato e ai senatori eletti in Sardegna, alcuni punti critici da correggere nel decreto chiedendo nel contempo di respingere eventuali emendamenti che aggraverebbero ulteriormente la già preoccupante situazione di deregulation.
Tra gli emendamenti proposti, i principali riguardano:
Una definizione più precisa delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti energetici, con l’esclusione definitiva di quelle non classificate come idonee.
Si propone di limitare gli impianti nelle aree demaniali e pertinenziali solo alle superfici già impermeabilizzate (come tetti e parcheggi).
Per il buffer di 500 metri attorno alle aree industriali si chiede che gli interventi siano ammessi esclusivamente su aree già degradate e accompagnati da una clausola chiara che escluda i buffer attorno agli impianti da fonti rinnovabili in zona agricola.
Riguardo all’agrivoltaico, si richiede l’introduzione di limiti rigidi e non negoziabili, tra cui la riduzione della quota di fatturato agricolo derivante dall’energia e l’abbassamento del range nazionale allo 0,4–1,5%.
Si propone inoltre di consentire impianti nelle aree UNESCO e Natura 2000 solo per autoproduzione o Comunità Energetiche.
Infine, si evidenzia la necessità di rimodulare gli incentivi per evitare eccessiva saturazione del territorio e favorire il recupero di aree già compromesse.
Clicca qui per visionare o scaricare la memoria presentata da Italia Nostra Sardegna
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