Il 10 giugno alle ore 10, diverse associazioni e numerosi cittadini si son dati appuntamento in piazza Montecitorio a Roma per protestare contro la manomissione e la devastazione annunciate del territorio, del paesaggio, dei beni naturali e della biodiversità
Le emergenze architettoniche, le testimonianze archeologiche e storiche, i paesaggi identitari, gli ambienti naturali con fauna e flora protette da norme e direttive comunitarie, gli stessi panorami, vanno tutelati e dovranno continuare ad essere tutelati, anche nei loro valori estetici, senza cedere a provvedimenti maldestri e devastanti, giustificati dall’iper-enfatizzazione dell’emergenza.
Certo, l’emergenza è reale, ma non può essere usata come lasciapassare per giustificare a priori qualunque manomissione. Se appare inevitabile giungere a compromessi, è necessario pretendere chiaramente che tali compromessi vengano affrontati e risolti su un reale piano di parità tra le diverse esigenze.
Chiediamo che il governo applichi l'art. 5 della legge delega del 22 aprile 2021, n.53 e predisponga la disciplina per l’individuazione delle superfici e delle aree idonee e non idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili nel rispetto delle esigenze di tutela del patrimonio culturale e del paesaggio, delle aree agricole e forestali, della qualità dell’aria e dei corpi idrici.
Nell’individuazione delle aree idonee le Regioni dovranno privilegiare l’utilizzo di aree minerarie e industriali dismesse, aree degradate da precedente attività antropica, superfici di strutture edificate, quali capannoni industriali e parcheggi, e aree non utilizzabili per altri scopi, compatibilmente con le caratteristiche e le disponibilità delle risorse rinnovabili, delle infrastrutture di rete e della domanda elettrica.
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