L'aquila del Bonelli si è estinta in Sardegna negli anni 80 del secolo scorso a causa del disturbo dei siti di nidificazione, bocconi avvelenati e uccisione diretta con atti di bracconaggio. Pochi anni fa, diversi esemplari del maestoso rapace sono stati reintrodotti grazie ad un progetto avviato dall’Isti- tuto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, il parco di Tepilora e la Regione Sardegna. Per tutte queste motivazioni è inaccettabile che uno dei cinque esemplari di aquila del Bonelli reintrodotto nei cieli della Sardegna sia stato abbattuto con una fucilata nel sud Sardegna.
La Sardegna si contraddistingue in negativo sino a farsi escludere dalla rete dei siti UNESCO dei parchi geo-minerari ed ora con un episodio gravissimo e inaudito atto di bracconaggio su una specie reintrodotta a seguito dell’estinzione. Va ricordato, inoltre, che l’aquila del Bonelli assolve un ruolo importante nel suo habitat esercitando anche il “controllo” sulle popolazioni di piccoli mammiferi e non preda gli animali allevati dall’uomo.
In Sardegna la situazione del bracconaggio è estremamente grave pertanto serve un segnale fortissimo di discontinuità. Alle Istituzioni regionali e all’Assessore regionale all’Ambiente Gianni Lampis si chiede di attivare un piano regionale antibracconaggio e l’adozione di un gesto simbolico e concreto al tempo stesso, come la chiusura della caccia per alcune giornate come momento di riflessione e presa di coscienza di tutta la società sarda - nelle sue varie componenti - per marcare la distanza da questi inauditi ed esecrabili atti di bracconaggio.
WWF, LIPU, GRIG, ITALIA NOSTRA
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