Le associazioni ambientaliste contrarie all’eolico industriale selvaggio presentano un documento comune in Senato all’audizione sul decreto spalma incentivi
Con il decreto legge 91
del 24 giugno sulla competitività, il Governo interviene per diminuire la spesa
annua per gli incentivi agli impianti di fonti rinnovabili elettriche
industriali, diluendola su un arco di tempo di 24 anni anziché 20. Il Governo,
per il momento, ha scelto il settore fotovoltaico che costa, esso solo, 6,7
miliardi all’anno alle bollette degli italiani. Non si penalizzano i pannelli
fotovoltaici sui tetti delle abitazioni o delle fabbriche, ma le scandalose
rendite pubbliche garantite alle distese di fotovoltaico speculativo sui campi,
di potenza superiore ai 200 kW, ovvero, come ha chiarito la Ministra Guidi, il
60 % degli incentivi concentrati nelle mani del 4% degli “investitori”. Tutti
impianti industriali, sorti senza criterio alcuno se non quello di accaparrarsi
gli incentivi. Oltre tutto, deserti da operai.
Installazione serre fotovoltaiche a Narbolia |
Il provvedimento era atteso da almeno un paio
d’anni ma la sua emanazione è stata sempre ritardata dalla fortissima pressione
esercitata dalle associazioni che rappresentano il suddetto 4% di “investitori”
che, ovviamente, non intende mollare il 60% dei 6,7 miliardi annui.
L’intervento governativo, dunque, è coraggioso ma non più rinviabile a fronte
dei dati confermati anche quest’anno dalla relazione dell’Autorità per
l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG) : viene confermata la previsione che il
tetto di spesa per incentivi annui di 12,5 miliardi, previsto per il 2020,
verrà toccato già quest’anno; si ribadisce che l’aumento del prezzo delle
bollette elettriche, nonostante l’aumento dell’offerta di energia elettrica da
fonti rinnovabili, è imputabile agli “oneri parafiscali”, cioè, per la massima
parte, agli incentivi alle rinnovabili stesse. Ma soprattutto apprendiamo che
la presenza di tanti impianti non programmabili, oltre a stravolgere il mercato
all’ingrosso dell’energia elettrica, provoca problemi di dispacciamento e di
gestione delle reti, “a rischio di nuove inefficienze e di possibili criticità
per la stessa sicurezza del sistema”.
Un bollettino di guerra, dunque. Era perciò
necessario intervenire per salvare il salvabile.
Richieste installazioni impianti eolici a Stintino |
Noi siamo critici sul provvedimento: pensiamo che
sia insufficiente in termini quantitativi (il Governo prevede ottimisticamente
risparmi annui nell’ordine delle centinaia di milioni, che saranno presto
annullati dal nuovo capacity payment reso necessario per sussidiare gli
impianti a combustibile fossile improduttivi ma necessari a fornire un back up
ai troppi impianti FER non programmabili); è stranamente limitato al
fotovoltaico, mentre tutti sappiamo che le rendite assicurate all’eolico sono
anch’esse spropositate, concentrate nelle mani di pochi beneficiari e, a seguire
le cronache giudiziarie, monopolizzate dalla criminalità organizzata in molte
aree del paese.
Siamo convinti che lo strumento più efficace e
più equo da adottare sia la tassazione alla fonte di queste enormi rendite. Il
gettito fiscale conseguente (di un ordine di grandezza superiore a quello
previsto dal “decreto spalma-rinnovabili”, che è una semplice puntura di spillo
per la grande speculazione) dovrebbe essere utilizzato per finanziare l’
efficientamento energetico del Paese, la riduzione degli sprechi (in Italia si
perde annualmente sulle reti elettriche una quantità di energia equivalente a
quella prodotta da tutti i 20 GW – ed oltre – di potenza fotovoltaica ed eolica
installata a costi sanguinosi negli ultimi anni), il telelavoro, i trasporti pubblici,
il mini geotermico, la produzione di “energia verde” nel settore del
riscaldamento e del raffreddamento, in quello dei trasporti e così via.
Area agricola destinata a impianto Termodinamico Solare |
I risultati in termini di risparmio e di
efficienza sarebbero enormi, ma ancora maggiore sarebbero quelli che si
potrebbero ottenere se i nostri ricercatori venissero messi nelle condizioni di
studiare metodi veramente alternativi all’uso dei combustibili fossili e per la
riduzione delle emissioni di gas climalteranti.
Tuttavia è importante che il Governo e il
Parlamento con questo provvedimento, per la prima volta, riconoscano almeno la
gigantesca speculazione che è stata operata strumentalizzando l’ambiente che
invece è stato gravemente danneggiato, nella gran parte dei casi. Sono stati
impegnati, solo per gli incentivi agli impianti di FER elettriche realizzati
soprattutto negli ultimi 5-6 anni, quasi 230 miliardi, euro più euro meno, che
già stiamo pagando e che dovrà pagare la prossima generazione: il 15% del PIL
italiano corrente per produrre – forse – il 20% del fabbisogno elettrico
nazionale. Per tutto il resto invece si lesina; ad esempio, per la manutenzione
in grado di garantire la produzione di energia pulita dagli impianti storici ad
energia rinnovabile (in particolare le grandi dighe, da tempo ammortizzate e
perciò prive di incentivi). Altri miliardi dovranno essere pagati ogni anno per
i servizi di dispacciamento, di accumulazione, per nuove reti e per il capacity
payment che, nel lungo periodo, dovrà essere un multiplo di quelle centinaia di
milioni previsti e che presto si dovranno pagare, ogni anno, da qui al 2017.
Ora domandiamo: il Ministero dello Sviluppo
Economico vuole davvero organizzare altre aste per i prossimi anni,
distribuendo nuovi incentivi alle altre rinnovabili elettriche intermittenti
con una mano mentre con l’altra prova disperatamente a tagliare quelli già in
essere?
E soprattutto: il Governo italiano vuole
veramente fissare volontariamente nuovi e sempre maggiori obiettivi vincolanti
nel rapporto tra energia da FER e consumi per il 2030, fornendo così la scusa
alla grande speculazione nazionale ed internazionale per pretendere altri,
enormi sussidi “perchè ce lo chiede l’Europa”?
Roma, 1 Luglio 2014
Condividono il presente documento le seguenti
associazioni nazionali:
Italia Nostra - Presidente nazionale Marco Parini
Amici della Terra – Presidente Rosa Filippini
Lipu
– Direttore Danilo Selvaggi
Mountain Wilderness - Presidente Carlo Alberto Pinelli
ALTURA – Gen. Stefano Allavena
Movimento
Azzurro – Segretario Dante Fasciolo
Comitato
per la Bellezza – Vittorio Emiliani
Comitato
Nazionale del Paesaggio – Gianluigi Ciamarra
Associazione Italiana per la Wilderness – Presidente Bruno La Pietra
MARCO PARINI, Presidente Italia
Nostra: “In Italia Vendola, Crocetta e Castellacci e in Inghilterra Cameron
stanno facendo retromarcia su Eolico e Fotovoltaico selvaggi. Occorre ripensare
la politica energetica delle FER elettriche e puntare di più su Efficienza
Energetica e Ricerca”.
“Siamo preoccupati che la
possibile fissazione di obiettivi europei vincolanti nel periodo 2020-2030 in
materia di energia rinnovabile possa favorire una nuova ondata di impianti
industriali di produzione di energia elettrica da fonti non programmabili (in
particolare eolica e solare in aree verdi) con forte impatto ambientale, scarsi
risultati in termini di riduzione dei gas serra, inefficienze e insostenibile
costo economico”.
Area agricola destinata a ospitare una centrale elettrica termodinamico solare |
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