Marina di Sant'Antioco |
L'associazione "Sant'Antioco abbraccia il mare" organizza una mattinata informativa sulla salvaguardia, la tutela e sul rispetto del mare.
Sabato 17 maggio 2014, ore 9.30 - Comune di Sant'Antioco, Aula Consiliare
Partecipano:
- Gli studenti del liceo scientifico "Emilio Lussu" di Sant'Antioco
- Ottavio Olita - giornalista RAI
- Sandro Demuro - docente di geologia marina università di Cagliari
- Graziano Bullegas - presidente Italia Nostra Sardegna
- Angelo Ibba - ricercatore scienza della terra università di Cagliari
sintesi dell'intervento di Graziano Bullegas - presidente Italia Nostra Sardegna
1) Criticità ambientali
dell’arcipelago del Sulcis
Lo scorso 21 marzo
nel corso del convegno dal titolo “Gestione sostenibile del Mediterraneo”
organizzato a Roma dall’Accademia dei Lincei, sono state evidenziate le
mutazioni alla biodiversità dovute in particolar modo ai cambiamenti climatici e alle attività antropiche in atto.
Anche il mare e lo
spazio costiero dell’intero arcipelago del Sulcis sono interessati da numerose
aggressioni ambientali e paesaggistiche che compromettono l’intero ecosistema, la
biodiversità, la salute della comunità e le stesse attività produttive che dal
mare traggono sostentamento.
Alcune di queste
criticità sono comuni all’intero mare Mediterraneo, altre sono peculiari delle
nostre isole.
Tra le tante
emergenze ambientali citiamo l’inquinamento industriale proveniente dal nucleo
industriale di Portovesme e quello dovuto ad attività industriali dismesse, ma
anche quello derivante dalle esercitazioni militari nel Golfo di Palmas,
l’erosione costiera causata da un uso improprio degli arenili e delle coste, il
traffico navale nel Golfo di Palmas, la presenza di impianti di depurazione
delle acque reflue non a norma, l’eccessivo prelievo di pesca negli specchi
acquei prospicienti le coste isolane, il prelievo indiscriminato di molluschi
che ha portato alla quasi estinzione di alcune specie, il progettato passaggio
nel Golfo di grandi opere infrastrutturali come il GALSI e il mai sopito
interesse della speculazione immobiliare su diversi tratti costieri delle
isole.
2) Erosione Costiera
È ormai palese l’arretramento della linea di costa di quasi tutte
le spiagge dell’isola, fenomeno
probabilmente legato all'urbanizzazione che ha compromesso il naturale
afflusso di sedimenti e impedito il naturale “movimento” del tratto costiero.
Purtroppo la realizzazione negli ultimi 50 anni lungo la fascia costiera
(talvolta a qualche metro dal mare: Is Pruinis, Spiaggia Grande, Sotto Torre
etc…) di manufatti, case e costruzioni varie, ha interferito con le dinamiche
sedimentarie del sistema-spiaggia causando un’irreversibile erosione.
Spiaggia Is Pruinis |
Il sistema delle spiagge è piuttosto delicato e vulnerabile. La
sua salvaguardia richiede particolari attenzioni e grande prudenza nell'uso del
territorio. È fondamentale impedire la realizzazione di ulteriori strutture a
ridosso degli arenili: parcheggi, passeggiate a mare, strade, opere fisse,
terrazze, moli, barriere e recinzioni. Tutte interferiscono con la vita
naturale della spiaggia innescando processi erosivi. Se realmente si vuole
salvare il patrimonio-spiagge è
necessario pensare anche a possibili interventi di demolizione delle
strutture più impattanti tra quelle realizzate sulle spiagge e abbandonare
improbabili progetti quali ripascimenti o dighe foranee.
Come affermato dai tecnici del CNR e dell’Università di Cagliari
nel loro Decalogo per salvare le spiagge della Sardegna, “dobbiamo considerare
la spiaggia come un pezzo di mare e non della terra, … uno spazio molto più
ampio di quanto normalmente siamo abituati a considerare, che può comprendere
zone umide, dune e il fondale sabbioso della zona sommersa antistante. Le spiagge rappresentano una straordinaria
risorsa ambientale ed economica. Non sono riproducibili. L’uomo può fare
solo brutte copie”.
3) Territorio e paesaggio: le
risorse di un’isola
Esiste uno stretto legame tra le scelte urbanistiche e la risorsa
turistica. Troppo spesso questo legame viene impropriamente individuato
nell’ineluttabilità del consumo del territorio e del bene paesaggistico: il
“giusto sacrificio” da offrire allo sviluppo economico della comunità. Questo naturalmente potrebbe valere solo
rispetto agli investimenti mirati verso una resa immediata – e talvolta neppure
in questo caso - ma non può essere applicato agli investimenti durevoli e di
lungo periodo che invece trovano alimento proprio da una puntuale e intelligente pianificazione urbanistico-territoriale
tesa verso la conservazione del bene paesaggistico e culturale.
Anche per impedire un’ulteriore degrado degli spazi costieri, la
nostra Associazione, supportata da autorevoli pareri, sostiene che una corretta
pianificazione territoriale, in particolar modo in un'isola minore, debba
limitare al massimo gli interventi edificatori nelle aree costiere, e
consentirli eventualmente a stretto contatto del centro urbano consolidato o in
prossimità di aree realmente compromesse, sempre che, comunque, non interessino
zone di particolare pregio ambientale - Tale scelta limiterebbe oltre che
l'impatto ambientale, il costo sociale dovuto alla realizzazione di nuove
infrastrutture e agevolerebbe l'integrazione tra turisti e residenti.
Fenicotteri Stagno di Santa Caterina |
La scelta della pubblica amministrazione sensibile agli interessi
collettivi (e meno attenta verso quelli particolari), non può che indirizzarsi
verso questa ultima opzione che rappresenta indubbiamente l’unica chance per
salvare l’isola da un irrimediabile distruzione e, in termini economici, da uno
svilimento del suo valore ambientale.
Italia Nostra è
convinta che le isole del Mediterraneo rappresentino ecosistemi sensibili unici
e irripetibili e pertanto degni di tutela quanto l’intero territorio costiero;
e per questo motivo sono illogici i regimi di protezione limitata per le isole
minori. È invece opportuno prevedere
particolari forme di tutela e di salvaguardia diverse e più attente alle
peculiarità locali, rispetto a quella applicata nell’isola madre e nel
continente.
4) Aree di tutela: salvaguardia
ambientale e risorsa economica
Riteniamo che sia
sempre più urgente impegnarsi per l’istituzione nell’arcipelago di un’Area Marina Protetta e di ampie aree di salvaguardia e di tutela
nelle zone costiere di maggior pregio ambientale e culturale.
È necessario
pianificare un progetto di “gestione integrata delle zona costiera”
armonizzando le diverse esigenze di uso dell’area: lo strumento dell’Area
Marina Protetta può favorire, infatti,
gli operatori locali concedendo diritti esclusivi alla piccola pesca
artigianale, coinvolgendoli così in prima persona nella tutela delle risorse, e
trovare soluzione alle tante emergenze che attraversa il settore della pesca.
Esistono nelle isole
sulcitane importanti aree che racchiudono al proprio interno un felice insieme
di aspetti geomorfologici, vegetazionali, paesaggistici, faunistici e
archeologici che, assieme al mare circostante, dovrebbero essere classificate
aree di parco naturalistico e culturale e in tal senso adeguatamente tutelate.
Le isole minori
rappresentano veri e propri poli di sviluppo del Mediterraneo, laboratori dello
sviluppo sostenibile e aree di sperimentazione meritevoli pertanto di
salvaguardia ambientale e di recupero socioeconomico. Quindi una lungimirante politica di pianificazione
territoriale che tuteli i propri beni ambientali, anche attraverso
l’istituzione di aree protette, non rappresenta un limite allo sviluppo
economico e sociale ma, se abilmente gestita, può rappresentare una opportunità
economica per la comunità locale.
Falesie Costa Calasetta |
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