sabato 31 maggio 2014

I volti e i mestieri di Santa Giusta

 
 

Comune di Santa Giusta e ITALIA NOSTRA Onlus (sezione Sinis Cabras Oristano) presentano il libro  “I volti e i mestieri di Santa Giusta”.







Nel corso della manifestazione sarà proiettato il video documentario sui volti e i mestieri di Santa Giusta.

Il borgo raccontato attraverso le voci dei suoi lavoratori, a cura di Salvatore Melis, Margaret Caddeo, Paola Camedda e Alberto Loche.
Sabato 31 maggio 2014 ore 16.30 a Santa Giusta, presso il Centro civico, Piazza Othoca (dietro il Comune).

La manifestazione è inserita negli "Eventi collaterali" della rassegna Monumenti Aperti.
 
 
 
La copertina del libro
 
 
 
 
 
 

venerdì 16 maggio 2014

Dove arriva il mare

Marina di Sant'Antioco

L'associazione "Sant'Antioco abbraccia il mare" organizza una mattinata informativa sulla salvaguardia, la tutela e sul rispetto del mare.


Sabato 17 maggio 2014, ore 9.30 - Comune di Sant'Antioco, Aula Consiliare 

 

           

     

Partecipano:

  • Gli studenti del liceo scientifico "Emilio Lussu" di Sant'Antioco
  • Ottavio Olita - giornalista RAI
  • Sandro Demuro - docente di geologia marina università di Cagliari
  • Graziano Bullegas - presidente Italia Nostra Sardegna
  • Angelo Ibba - ricercatore scienza della terra università di Cagliari




sintesi dell'intervento di Graziano Bullegas - presidente Italia Nostra Sardegna




1)   Criticità ambientali dell’arcipelago del Sulcis
Lo scorso 21 marzo nel corso del convegno dal titolo “Gestione sostenibile del Mediterraneo” organizzato a Roma dall’Accademia dei Lincei, sono state evidenziate le mutazioni alla biodiversità dovute in particolar modo ai cambiamenti climatici  e alle attività antropiche in atto. 
Anche il mare e lo spazio costiero dell’intero arcipelago del Sulcis sono interessati da numerose aggressioni ambientali e paesaggistiche che compromettono l’intero ecosistema, la biodiversità, la salute della comunità e le stesse attività produttive che dal mare traggono sostentamento.
Alcune di queste criticità sono comuni all’intero mare Mediterraneo, altre sono peculiari delle nostre isole.
Tra le tante emergenze ambientali citiamo l’inquinamento industriale proveniente dal nucleo industriale di Portovesme e quello dovuto ad attività industriali dismesse, ma anche quello derivante dalle esercitazioni militari nel Golfo di Palmas, l’erosione costiera causata da un uso improprio degli arenili e delle coste, il traffico navale nel Golfo di Palmas, la presenza di impianti di depurazione delle acque reflue non a norma, l’eccessivo prelievo di pesca negli specchi acquei prospicienti le coste isolane, il prelievo indiscriminato di molluschi che ha portato alla quasi estinzione di alcune specie, il progettato passaggio nel Golfo di grandi opere infrastrutturali come il GALSI e il mai sopito interesse della speculazione immobiliare su diversi tratti costieri delle isole.




2)   Erosione Costiera  
È ormai palese l’arretramento della linea di costa di quasi tutte le spiagge dell’isola, fenomeno  probabilmente legato all'urbanizzazione che ha compromesso il naturale afflusso di sedimenti e impedito il naturale “movimento” del tratto costiero. Purtroppo la realizzazione negli ultimi 50 anni lungo la fascia costiera (talvolta a qualche metro dal mare: Is Pruinis, Spiaggia Grande, Sotto Torre etc…) di manufatti, case e costruzioni varie, ha interferito con le dinamiche sedimentarie del sistema-spiaggia causando un’irreversibile erosione.
Spiaggia Is Pruinis
Il sistema delle spiagge è piuttosto delicato e vulnerabile. La sua salvaguardia richiede particolari attenzioni e grande prudenza nell'uso del territorio. È fondamentale impedire la realizzazione di ulteriori strutture a ridosso degli arenili: parcheggi, passeggiate a mare, strade, opere fisse, terrazze, moli, barriere e recinzioni. Tutte interferiscono con la vita naturale della spiaggia innescando processi erosivi. Se realmente si vuole salvare il patrimonio-spiagge è  necessario pensare anche a possibili interventi di demolizione delle strutture più impattanti tra quelle realizzate sulle spiagge e abbandonare improbabili progetti quali ripascimenti o dighe foranee. 
Come affermato dai tecnici del CNR e dell’Università di Cagliari nel loro Decalogo per salvare le spiagge della Sardegna, “dobbiamo considerare la spiaggia come un pezzo di mare e non della terra, … uno spazio molto più ampio di quanto normalmente siamo abituati a considerare, che può comprendere zone umide, dune e il fondale sabbioso della zona sommersa antistante. Le spiagge rappresentano una straordinaria risorsa ambientale ed economica. Non sono riproducibili. L’uomo può fare solo brutte copie”.

 3)   Territorio e paesaggio: le risorse di un’isola
Esiste uno stretto legame tra le scelte urbanistiche e la risorsa turistica. Troppo spesso questo legame viene impropriamente individuato nell’ineluttabilità del consumo del territorio e del bene paesaggistico: il “giusto sacrificio” da offrire allo sviluppo economico della comunità.  Questo naturalmente potrebbe valere solo rispetto agli investimenti mirati verso una resa immediata – e talvolta neppure in questo caso - ma non può essere applicato agli investimenti durevoli e di lungo periodo che invece trovano alimento proprio da una puntuale e intelligente pianificazione urbanistico-territoriale tesa verso la conservazione del bene paesaggistico e culturale.
Anche per impedire un’ulteriore degrado degli spazi costieri, la nostra Associazione, supportata da autorevoli pareri, sostiene che una corretta pianificazione territoriale, in particolar modo in un'isola minore, debba limitare al massimo gli interventi edificatori nelle aree costiere, e consentirli eventualmente a stretto contatto del centro urbano consolidato o in prossimità di aree realmente compromesse, sempre che, comunque, non interessino zone di particolare pregio ambientale - Tale scelta limiterebbe oltre che l'impatto ambientale, il costo sociale dovuto alla realizzazione di nuove infrastrutture e agevolerebbe l'integrazione tra turisti e residenti. 


Fenicotteri Stagno di Santa Caterina

La scelta della pubblica amministrazione sensibile agli interessi collettivi (e meno attenta verso quelli particolari), non può che indirizzarsi verso questa ultima opzione che rappresenta indubbiamente l’unica chance per salvare l’isola da un irrimediabile distruzione e, in termini economici, da uno svilimento del suo valore ambientale.
Italia Nostra è convinta che le isole del Mediterraneo rappresentino ecosistemi sensibili unici e irripetibili e pertanto degni di tutela quanto l’intero territorio costiero; e per questo motivo sono illogici i regimi di protezione limitata per le isole minori. È invece opportuno prevedere  particolari forme di tutela e di salvaguardia diverse e più attente alle peculiarità locali, rispetto a quella applicata nell’isola madre e nel continente.

4)   Aree di tutela: salvaguardia ambientale e risorsa economica
Riteniamo che sia sempre più urgente impegnarsi per l’istituzione nell’arcipelago di un’Area Marina Protetta e di ampie aree di salvaguardia e di tutela nelle zone costiere di maggior pregio ambientale e culturale.
È necessario pianificare un progetto di “gestione integrata delle zona costiera” armonizzando le diverse esigenze di uso dell’area: lo strumento dell’Area Marina  Protetta può favorire, infatti, gli operatori locali concedendo diritti esclusivi alla piccola pesca artigianale, coinvolgendoli così in prima persona nella tutela delle risorse, e trovare soluzione alle tante emergenze che attraversa il settore della pesca.
Esistono nelle isole sulcitane importanti aree che racchiudono al proprio interno un felice insieme di aspetti geomorfologici, vegetazionali, paesaggistici, faunistici e archeologici che, assieme al mare circostante, dovrebbero essere classificate aree di parco naturalistico e culturale e in tal senso adeguatamente tutelate.
Le isole minori rappresentano veri e propri poli di sviluppo del Mediterraneo, laboratori dello sviluppo sostenibile e aree di sperimentazione meritevoli pertanto di salvaguardia ambientale e di recupero socioeconomico. Quindi una lungimirante politica di pianificazione territoriale che tuteli i propri beni ambientali, anche attraverso l’istituzione di aree protette, non rappresenta un limite allo sviluppo economico e sociale ma, se abilmente gestita, può rappresentare una opportunità economica per la comunità locale.

Falesie Costa Calasetta


mercoledì 14 maggio 2014

Tutti Su Per Terra. Cibo, film, dialoghi, musica


locandina dell'evento
SEMI, ORTI, CITTADINANZE ...

UN LABORATORIO PER PARLARE DI SOVRANITA’ ALIMENTARE, EDUCAZIONE E CITTADINANZA ATTIVA

Un'iniziativa dedicata a promuovere il tema della sovranità alimentare, realizzata a Bologna nell'ambito del progetto Apriti Sesamo.
Due giorni, il 9 e il 10 maggio, di incontri, dibattiti, musica e laboratori per capire cosa succede intorno a noi, in un mondo dove oltre 900 milioni di persone malnutrite convivono con un miliardo di persone sovrappeso. Dove lo spreco alimentare è una delle grandi sfide del nord come del sud del mondo. Dove una speranza concreta di combattere la povertà arriva da vicino, dagli orti urbani che riforniscono le città di prodotti freschi a basso impatto e dove solo le sementi di qualità, libere da brevetti, che tutelano la biodiversità, sono la garanzia di cibo e salute per tutti.
Il progetto Apriti Sesamo è promosso da Cefa onlus, Overseas onlus e Osvic Oristano e coinvolge un ampio partenariato cui partecipa Italia Nostra Sardegna.

L’evento “Tutti su per terra” è stato una rassegna di film documentari e incontri con autori, giornalisti, ambientalisti, scrittori e cuochi sul tema della sovranità alimentare e sulle problematiche che hanno posto in questi ultimi anni al centro del dibattito pubblico l’utilizzo dei terreni agricoli.
Oltre alle visioni dei documentari, si è avuto modo di dialogare e scambiare utili informazioni con gli esperti italiani e internazionali presenti e si è potuto partecipare ai laboratori di orticoltura e cucina aperti al pubblico.

Il presidente del Consiglio Regionale di Italia Nostra Sardegna ha raccontato una Sardegna diversa da quella rappresentata delle brochure patinate e dalle cartoline col mare blu cobalto, ha parlato di land grabbing e di occupazione delle terre agricole ad opera degli speculatori delle energie rinnovabili, di colline e pianure invase dalle torri di acciaio delle “wind farm”, delle finte serre fotovoltaiche in mano a indiani, cinesi e facilitatori nostrani.

Si è parlato del rischio che corrono numerosi agricoltori di vedersi espropriata la loro terra, il loro sostentamento, per far posto a immense distese di specchi e acciaio per le centrali termodinamiche a concentrazione, e delle migliaia di ettari interessati dalle ricerche geotermiche e di combustibili fossili.

Si è parlato dei costi ambientali e sanitari che paga la Sardegna a causa delle servitù militari e di quelli dovuti all’industrializzazione selvaggia che dopo aver distrutto il territorio e l’economia dell’isola abbandona i siti inquinati scaricando sulla comunità i costi del disinquinamento e del recupero ambientale.

Si è anche parlato della continua aggressione che subiscono gli spazi costieri a causa della cementificazione selvaggia e delle leggi che hanno disarticolato il Piano Paesaggistico Regionale per consentire interventi speculativi di ogni tipo (Piano Casa, Legge sul Golf, PPS etc…).
All'evento di Bologna ha partecipato anche un rappresentante del comitato "s'Arrieddu per Narbolia" che ha raccontato la vicenda delle finte serre fotovoltaiche, l'opposizione del comitato e le iniziative tuttora in corso per tutelare gli interessi della terra a discapito di quelli della speculazione. 

Link

Insieme in marcia per la nostra terra


Italia Nostra Sardegna aderisce alla “Marcia per la nostra Terra” organizzata dai Comitati Sardi InRete e dal Coordinamento Sardo “Non bruciamoci il Futuro” dei quali condivide gli obbiettivi, le finalità, le rivendicazioni e le proposte a tutela della nostra terra sempre più aggredita da iniziative imprenditoriali speculative e di rapina e del nostro ambiente degradato da anni di attività industriali prive di controllo.

L’Associazione condivide e sottoscrive la richiesta di Moratoria per fermare tutte le richieste di autorizzazione per nuovi impianti di produzione di energia elettrica (ad eccezione dell’autoproduzione) e le autorizzazioni per nuovi e vecchi impianti di incenerimento dei rifiuti,  in attesa dell’approvazione di un serio e condiviso Piano Energetico Regionale, un Piano sui Rifiuti e della revisione del Piano Paesaggistico Regionale del 2006.


 Sull'argomento

Facebook - Insieme in marcia per la nostra terra
Blog Italia Nostra Sardegna - Impedire l'installazione di impianti industriali in aree agricole
Blog Italia Nostra Sardegna - Richiesta permessi ricerca risorse geotermiche nel medio e basso Campidano
Blog Italia Nostra Sardegna - Richiesta moratoria impianti energia 
Blog Italia Nostra Sardegna - Bocciati gli aerogeneratori sotto il Monte Sirai
Sardegna Reporter - Cagliari. Coordinamento Sardo Non Bruciamoci il Futuro e Comitati Sardi InRete: moratoria e marcia
Paper blog - Comitati sardi: richiesta moratoria e marcia
Gallura news - Insieme in marcia per la nostra terra. Da Sassari inizia la prima tappa di un viaggio per poter decidere il nostro futuro
Sardinia Post - Energia. Comitati popolari in marcia contro speculazioni e veleni industriali


 
 


Richiesta di moratoria

Indirizzata al Presidente della Regione Sardegna



Elenco parziale dei Comitati Sardi
Nel rivendicare il diritto dei cittadini all'accesso alle informazioni e alla partecipazione ai processi decisionali che coinvolgono l'ambiente, la salute, il lavoro e il benessere sociale (diritto sancito da numerose normative internazionali, europee e statali) i comitati, gruppi territoriali e associazioni della Sardegna impegnati su questi temi portano all'attenzione dei cittadini e dei decisori politici quanto segue:
·         è in atto una schizofrenica politica industriale tesa a trasformare la Sardegna in una piattaforma energetica per progetti di sviluppo esterni all’isola e in centro di commercio, stoccaggio o smaltimento di merci, di fonti energetiche e di rifiuti prodotti altrove, anche mediante l’accaparramento delle migliori terre a preminente vocazione agricola, con la conseguente ulteriore marginalizzazione delle tradizionali attività agro-pastorali;
·         notiamo la sostanziale  inerzia della Regione Autonoma della Sardegna nel rivendicare il diritto legittimo nella gestione dei bacini idrici,  degli impianti idroelettrici  e di altre fonti energetiche rinnovabili esistenti utili ad una produzione energetica nel rispetto della salute dei cittadini e  degli intessi degli operatori del settore primario e del turismo;  

Bacino fanghi rossi - Portovesme, Portoscuso
·         osserviamo come la politica verticistica non partecipata (chi amministra attualmente ha il mandato da appena il 18% degli elettori Sardi) sia spesso funzionale agli interessi delle lobby finanziarie e speculative estranee agli interessi dei Sardi favorendo l’accumulazione, la centralizzazione e il trasferimento fuori dell’Isola della ricchezza prodotta lasciando solo le macerie ambientali, sanitarie e sociali;
·         in una situazione di degrado ambientale e sociale diffuso, di aggressioni continue al nostro territorio, di minaccia alla nostra salute, assistiamo ad una continua esclusione dalla possibilità di partecipare come singoli e come comunità alla costruzione di un nuovo modello di sviluppo lontano da quello che negli ultimi 50 anni ha portato la nostra Terra ad avere il triste primato di regione con l’estensione più vasta di territorio contaminato (445 mila ha), associato ad elevati tassi di incidenza e di mortalità per malattie delle popolazioni residenti, e sul piano sociale a registrare i tassi di disoccupazione, particolarmente giovanili, tra i più alti dello Stato;
Torri eoliche nel Medio Campidano
·        un Governo Centrale “amico” con il D.Lgs 23 dicembre 2013, n. 145, convertito con   modificazioni dalla L. 21 febbraio 2014, n. 9 (in G.U. 21/2/2014, n. 43) e noto come Decreto “Destinazione Italia", ha posto le basi per un sostanziale disimpegno degli inquinatori           dall’obbligo di bonifica a partire dalla sottoscrizione di accordi di      programma con lo Stato ed Enti          Locali per una riconversione industriale di tali aree,           con agevolazioni fiscali a carico della comunità e     spesso indirizzate, come a Porto Torres e a Portoscuso, a scelte non certo sostenibili sul piano     ambientale, sanitario ed economico portate avanti in assenza di una preventiva efficace azione di bonifica;
·     il medesimo Decreto “Destinazione Italia” vede lo Stato avocare a se competenze che riguardano       la nostra Isola nel settore ambientale come nella ricerca di risorse geotermiche per la produzione           di energia elettrica con possibile compromissione di ulteriori 200 mila ha, in un momento nel quale       fioriscono nel territorio sardo innumerevoli progetti di produzione energetica con ricorso alle biomasse,       ai biodigestori, ai mega parchi eolici, ai campi fotovoltaici, ai mega impianti termodinamici      solari in       aree a vocazione agricola, fino alle trivellazioni per la ricerca di idrocarburi e ai nuovi inceneritori di rifiuti.

CHIEDIAMO un atto urgente di MORATORIA che preveda

  • lo stop immediato delle procedure di autorizzazione per tutti i nuovi progetti di impianti di produzione di energia da combustione con la revoca delle incentivazioni per quelli esistenti, dei progetti per la produzione di energie rinnovabili non vincolati all'autoconsumo, degli impianti di incenerimento dei rifiuti e di potenziamento di quelli esistenti, a tutela dei nostri territori e della nostra salute,  fuori dalle  speculazioni attualmente in essere, in attesa della definizione dei nuovi Piani Regionali su Energia,  Rifiuti e tutela del Paesaggio;
  •  lo stop immediato al nuovo Piano Energetico Ambientale approvato dalla Giunta Cappellacci e la rimodulazione dei PAES nel rispetto della sostenibilità ambientale e territoriale;
  • la difesa delle prerogative della RAS e il rafforzamento in materia legislativa concorrente, nella gestione dell’ambiente e delle fonti energetiche messe in discussione dal Decreto “Destinazione Italia”.

 

Sottoscrizioni:

Comitato Medio Campidano per i Beni Comuni
Comitato Terrasana - Decimoputzu
Comitato Sa Nuxedda Free - Vallermosa
No Galsi Cagliari
Comitato Non Bruciamoci Il Futuro - Macomer
Movimento Rifiuti Zero Sardegna
Comitato S'Arrieddu - Narbolia
Comitato Torre Grande
Comitato Fuori dalle Pale - Villanovaforru
Comitato Cittadini Liberi - Ottana
Comitato No Chimica Verde-No Inceneritore - Sassari/PortoTorres
Arci Sardegna
Isde Sardegna
ABC Planargia Montiferru
Collettivo Carraxu - Cagliari
Comitato Non Bruciamoci Il Futuro - Cagliari
Progetto Comune Villacidro
Comitato No Megacentrale - Guspini
Comitato Terra che ci Appartiene - Gonnosfanadiga
No Galsi - Villacidro
Comitato Nurra Dentro-Riprendiamoci l’Agro
Associazione Culturale Athenaeum2000 -  Decimomannu
Eutopia Turritana
Comitato Ambiente e Territorio - Samatzai
Cittadini per Decimomannu
Associazione ”Nuoro – Atene Sarda”
WWF Sassari
Csoa Pangea - Porto Torres
Carlofortini Preoccupati
Comitato Basso Campidano-aria-terra-acqua
Comitato No TrivelPaby – Pabillonis
No al Progetto Eleonora – Arborea
Presidio Piazzale Trento – Cagliari
Sardegna Pulita-Cagliari
Assotziu Consumadoris Sardigna - Cagliari
Malerbe - Alghero
Assòtziu Zirichiltaggia - Cagliari
Gruppo di Informazione Indipendente  InBosa
No Trivelle Sardegna - Sanluri/Villacidro
Italia Nostra - Sardegna
WWF Sardegna




lunedì 12 maggio 2014

Oltre il folklore per riappropriarsi del patrimonio storico e culturale



La sezione Italia Nostra Sinis Cabras Oristano organizza per il prossimo  17 maggio 2014 a Cabras, una mostra e un convegno sull'abito tradizionale locale dal titolo "A sa Crabarissa. L'abbigliamento tradizionale nell'Oristanese tra passato e presente".

La scelta di indagare questo particolare aspetto, è dovuta all'esigenza, sempre più sentita nel territorio, di andare oltre le esternazioni folkloristiche, per riappropriarsi di un patrimonio che sta riscuotendo un interesse sempre maggiore. 
 


La locandina dell'evento

La mostra "A sa Crabarissa", allestita presso la casa Lai in via Tharros 23,  sarà inaugurata sabato 17 maggio alle ore 11 e resterà aperta fino al 25 maggio. 

Il convegno " A sa Crabarissa: l'abbigliamento tradizionale nell'Oristanese tra passato e presente" si terrà al centro polivalente di Cabras sabato 17 maggio alle ore 17.30

 
 
 

 



venerdì 9 maggio 2014

Un altro intervento immobiliare lungo la costa di Sant'Antioco

Lo scorso 17 aprile a Carbonia si è tenuto un convegno organizzato dalla società immobiliare GEAD srl per informare sulla bontà e salubrità delle acque presenti nel sottosuolo in prossimità della spiaggia di Coa ‘e Cuaddus nell’isola di Sant’Antioco e per presentare un devastante progetto immobiliare in aree sottoposte a rigida tutela - 67 mila mc di cemento da edificare in una Zona di Protezione Speciale, classificata agricola e a
tutela integrale.

Dopo aver letto le dichiarazioni dell'Assessore responsabile dell’Urbanistica e della Pianificazione Territoriale della Regione Sardegna, abbiamo ritenuto opportuno inviargli l’allegata lettera aperta.


Sant'Antioco - Spiaggia di Coa 'e Cuaddus

Egregio Assessore

Abbiamo letto con attenzione e interesse la sintesi, riportata dal giornale di informazione locale “La Provincia del Sulcis Iglesiente”, del suo intervento al convegno organizzato dalla società immobiliare GEAD srl lo scorso 17 aprile a Carbonia per informare sulla bontà e salubrità delle acque presenti nel sottosuolo in prossimità della spiaggia di Coa ‘e Cuaddus nell’isola di Sant’Antioco.
Concordiamo con Lei sulla necessità di non perdere tempo nel dotare la Sardegna di una seria e attenta normativa urbanistica e di adottare iniziative per attivare la semplificazione amministrativa, con tutte le garanzie e le tutele per i beni culturali e paesaggistici. Così come è fondamentale che la pubblica amministrazione dia risposte celeri e immediate al mondo dell’impresa e, aggiungiamo noi, a tutti i cittadini.
Condividiamo meno le parole tranquillizzanti rivolte all’imprenditore garantendogli che “…all’assessorato dell’Urbanistica troverà risposte, orecchie disponibili ad ascoltare, tempo da dedicare per affrontare i nodi che devono essere sciolti … facendoci carico anche del lavoro di regia e di coinvolgimento di altre autorità, quelle ambientali in primo luogo, ma anche le varie soprintendenze, per cercare di costruire le condizioni perché su questo progetto, magari modificato, aggiornato e rivisto ma in linea con le aspettative di un territorio che mi pare di capire su questo progetto crede molto, è nostro dovere occuparcene con serietà e tentare di dare risposte.».
Comprendiamo che i suoi interlocutori non La abbiano ben informata sul progetto proposto che, se analizzato attentamente, più che un’opportunità di sviluppo per il Sulcis Iglesiente, ha tutta l’aria di essere l’ennesima operazione immobiliare che se accolta violerebbe numerose leggi e norme urbanistiche e paesaggistiche.
Si tratta infatti di un progetto che ricade in aree tutelate dal PPR, dal Codice dei Beni Paesaggistici, dal PUC di Sant’Antioco, dalla Rete Natura 2000 della Comunità Europea e dall’attenzione, la cura e il rispetto che gli antiochensi hanno sempre dedicato alla bellissima spiaggia di Coa ‘e Cuaddus e all’area circostante.
Norme e tutele che esistevano all’atto della stipula del rogito di compravendita del terreno e delle quali era a conoscenza la società proponente l’intervento immobiliare. Non è un caso che ai precedenti proprietari fosse stata negata la possibilità di realizzare interventi edificatori meno impattanti di quello proposto.
È appena il caso di ricordare che un imprenditore per essere credibile deve presentare progetti realizzabili e rispettosi delle leggi e delle regole che si è data una comunità e dei beni comuni che ad essa appartengono.

La informiamo inoltre che buona parte della comunità antiochense – partiti, gruppi politici e civici (PD, SEL,  Movimento 5 Stelle, Genti Noa), associazioni ambientaliste e numerosi cittadini - non crede affatto in questo progetto e non ripone nessuna aspettativa economica su tale operazione immobiliare, anche perché non presenta caratteristiche dissimili dalle troppe altre che hanno distrutto parti dell’isola, lasciando in contropartita alla comunità soltanto edifici e seconde case lungo le coste (talvolta chiusi e inutilizzati), scempi paesaggistici, accessi al mare interdetti ai residenti, erosione costiera e nessun beneficio concreto per la comunità locale.
Siamo però convinti che le acque del sottosuolo e i fanghi di laguna utilizzabili a scopi termali e terapeutici rappresentino un valido obbiettivo che andrebbe seriamente perseguito dalla comunità antiochense. Si tratta infatti di una risorsa reperibile nell’intero tratto di costa centro orientale dell’isola, e l’area di Santa Caterina è ricca di fango di laguna, formatosi dalla lenta sedimentazione dei sali minerali e delle sostanze organiche dell'acqua marina nel fondo dei bacini di raccolta delle saline. Lo confermano studi del CNR condotti con le università di Cagliari e Perugia.
All’interno di queste aree sono reperibili tante zone che “veramente” necessitano di trasformazione e di recupero urbanistico del territorio, diverse aree degradate e alcune fortemente compromesse. È in questi siti che può e deve trovare accoglienza una struttura di questo tipo: aree ex Palmas Cave ed Ex Sardamag di proprietà della Regione Sardegna, l’edificio della centrale elettrica di Santa Caterina di proprietà del comune di San Giovanni Suergiu.

La “scoperta dell’acqua calda” a Coa ‘e Cuaddus appare a tutti gli effetti un semplice pretesto per realizzare una struttura edilizia in un’area sensibile e paesaggisticamente rilevante, considerata dagli antiochensi e dalle tante amministrazioni, che negli anni si sono succedute, un luogo di assoluto rispetto.

Avremmo il piacere, se lo riterrà opportuno, di illustrarLe i tanti motivi per cui questa operazione immobiliare non possa essere realizzata nel sito proposto e le tante norme che tale progetto, se approvato, violerebbe. 
La salutiamo cordialmente
Sant’Antioco 08 maggio 2014
 

sull'argomento

La Provincia del Sulcis Iglesiente - Centro termale Coaquaddus: mentre l'imprenditore attende il primo confronto in Regione, Italia Nostra Sardegna si oppone ancora al progetto 


Italia Nostra Sardegna - Maladroxa: la scoperta dell'acqua calda

Tentazioni della penna - Trivellazioni acque termali Coaquaddus