L’Associazione Italia Nostra fa proprie le preoccupazioni dei
sindaci di Sant’Antioco e di Calasetta in merito alla pericolosità
dell’esercizio dell’attività venatoria nell’isola, e in particolare nelle aree
fortemente antropizzate. L’esercizio della caccia nell’isola e l’eccessiva
presenza di cacciatori sono stati, da tempo, motivo di protesta da parte
dell’Associazione.
Esiste un forte condizionamento alla libera fruizione del
territorio per i cittadini a causa dell’attività venatoria. Durante la stagione
di caccia sono bandite le passeggiate domenicali in campagna e lo testimoniano
le numerose segnalazioni a noi pervenute.Per questo motivo Italia Nostra ritiene legittime le ordinanze dei due sindaci emesse a salvaguardia e a tutela della pubblica incolumità, e auspica che anche altri amministratori della Sardegna seguano il coraggioso esempio dei sindaci dell’isola. È importante sottolineare che questi provvedimenti amministrativi sono stati emessi anche su sollecitazione di buona parte dei cacciatori dell’isola e che sono condivisi dall’autogestita di caccia “Isola di Sant’Antioco”.
L’Associazione auspica che i provvedimenti sindacali smuovano l’apatia dell’Assessorato Regionale all’Ambiente che, anziché minacciare inutili e dispendiosi ricorsi, predisponga al più presto un nuovo piano faunistico che tenga conto della specificità e della sensibilità dell’ecosistema delle isole minori, che ridefinisca le superfici interessate all’attività di caccia e conseguentemente il carico venatorio sopportabile, e che normalizzi l’attività di ripopolamento faunistico impedendo il lancio indiscriminato di selvaggina non autoctona e promuovendo la salvaguardia delle specie locali.
Sant’Antioco 02 settembre 2003
sull'argomento
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